Modena. «Proroga per le Fonderie? Anche un giorno in più sarebbe una presa in giro»

Niente proroghe all’attività delle Fonderie: all’indomani del clamoroso scontro tra la cooperativa di via Zarlati e il sindaco Muzzarelli sulla chiusura dell’impianto - prevista per il 31 gennaio, anche se l’azienda ha fatto sapere di voler spegnere i forni il 7 aprile in virtù del decreto governativo sull’emergenza sanitaria - a bocciare la possibilità di un posticipo è Carmelo De Lillo, presidente del Quartiere 4. «Non concedere proroghe è giusto - spiega - perché, in un piano urbanistico moderno e in linea con la tanto annunciata transizione ecologica non è più possibile lasciare coesistere produzioni pesanti e residenze. È giusto perché questa consapevolezza, condivisa anche con l’azienda, ha portato a riprogettare il futuro della fonderia e la tutela dell’occupazione che hanno trovato sede in due diversi protocolli firmati da tutti. È giusto -incalza De Lillo - perché la data di dismissione ipotizzata anni fa, corrispondente al termine dell’autorizzazione, accettata da tutti e contenuta in entrambi i protocolli, era e resta il 31 gennaio 2022. È giusto perché in questi anni la proprietà ha avuto tutto il tempo necessario per dimostrare l’interesse verso i livelli occupazionali, progettando concretamente il futuro aziendale. Dietro alla richiesta di proroga non si scorge alcun disegno imprenditoriale - aggiunge il presidente - ma solo la voglia di spremere un limone anche oltre l’ultima goccia, e certamente non saranno due mesi di produzione in più a cambiare il futuro dell’azienda. La proroga anche di un solo giorno - chiude De Lillo - sarebbe una grande presa in giro che francamente nessuno merita».

Dello stesso avviso Chiara Costetti, legale e portavoce del comitato Respiriamo Aria Pulita, da sempre in prima linea sullo spegnimento delle Fonderie: «Il protocollo firmato dal sindaco e dal presidente della cooperativa - spiega - prevede che la chiusura dello stabilimento (parole testuali scritte nel documento) arrivi entro il 31 gennaio, e quindi coerentemente il primo cittadino ha detto “no” alla richiesta di proroga». Per una volta, insomma, comitato e sindaco sono dalla stessa parte: «Quello che chiediamo ora - incalza Costetti - è cosa succederà dal 1 febbraio, dal momento che il piano di dismissione dell’azienda prevede una serie di step progressivi, per arrivare alla chiusura definitiva a novembre 2022».