Eitan, la pm dice sì all’accordo con il nonno che l’aveva rapito
PAVIA. La strada verso l’intesa, nel caso del rapimento del piccolo Eitan, è in discesa. La proposta di patteggiamento del nonno di Israele, Shmuel Peleg, accusato insieme al complice cipriota Gabriel Abutbul Alon di sequestro e sottrazione di minore, ha incassato il parere favorevole della pm Valentina De Stefano. Un parere che però è vincolato al risarcimento da parte del nonno, un ristoro che potrebbe servire per gli studi futuri del bambino e per le cure. «Aspettiamo che i propositi diventino concreti – spiega l’avvocato Fabrizio Ventimiglia, legale del bambino che oggi ha sette anni, unico sopravvissuto alla strage della funivia del Mottarone –. È chiaro che nessun risarcimento potrà cambiare quello che è accaduto e peraltro ogni cifra dovrà essere valutata dal giudice tutelare. Si è parlato di 50mila euro, ma ancora non c’è nulla di certo. Però quello che importa è che questo passaggio serve, anche simbolicamente, a sanare una frattura e ricreare un clima di serenità per il bambino. Da parte nostra c’è la massima disponibilità».
Accordo con l’autista
Un accordo si sta cercando anche con l’altro imputato, Abutbul Alon, l’autista che ha accompagnato con una macchina presa a noleggio Eitan con il nonno fino a Lugano, dove il piccolo, prelevato dalla casa della zia paterna Aya Biran di Travacò, l’11 settembre del 2021, fu imbarcato su un volo privato diretto a Tel Aviv.
Anche il presunto complice del nonno, che è difeso dall’avvocato Francesco Isolabella, potrebbe quindi risarcire (al momento non si è parlato di cifre) e patteggiare alla prossima udienza, fissata per il 13 dicembre (il giudice Pietro Balduzzi ha già fissato anche altre due udienze, per il 14 e il 15 dello stesso mese). Nell’udienza dell’altra mattina in tribunale a Pavia, i due imputati non c’erano.
Il nonno, su cui pende il divieto di dimora nei Comuni di Pavia, Milano e Varese e non può ancora avvicinarsi al bambino, aveva comunque ottenuto l’autorizzazione a partecipare alle udienze del procedimento a suo carico. I suoi difensori, gli avvocati Sara Carsaniga e Mauro Pontini, hanno avviato le trattative per chiudere il caso con un patteggiamento a pena sospesa, quindi sotto i due anni.
L’inchiesta sull’incidente
L’obiettivo spiega ancora l’avvocato Ventimiglia, «è garantire un futuro di serenità al piccolo, dopo la tragedia che lo ha colpito. Il nonno, nonostante l’illecito commesso, è un punto di riferimento per il bambino e questo va riconosciuto – aggiunge il legale –. Al di là di tutto, quella fune non si doveva rompere». Il riferimento è alla tragedia costata la vita a 14 persone e provocata, secondo quanto sta emergendo dall’incidente probatorio ancora in corso a Verbania, da gravi omissioni. Le responsabilità devono ancora essere accertate. Sono indagati, in questo filone, Enrico Perocchio, direttore di esercizio della funivia del Mottarone, Gabriele Tadini, il caposervizio, Luigi Nerini, il titolare delle Ferrovie del Mottarone, i vertici di Leitner e i responsabili delle ditte a cui l’azienda aveva subappaltato gli interventi di manutenzione. Si sono già svolte alcune udienze e altre sono state fissate per dicembre, gennaio e febbraio.