NCAA 2019-20: Michigan State, la favorita al grande ballo che sta per iniziare

Si scrive March Madness, si legge Tom Izzo.

Da 25 stagioni al timone di Michigan State, 22 apparizioni consecutive al Tournament di cui 8 biglietti per le Final Four, mai come quest’anno appare come la guida da battere quando marzo sarà alle porte.

Con Cassius Winston, la migliore point guard di tutta l’NCAA (e probabilmente anche il miglior giocatore in assoluto ) e Josh Langford,guardia tiratrice al quarto anno, già a metà ottobre erano proiettati come la vera grande favorita per il ballo di primavera.

Purtroppo però proprio Josh Langford, che tra l’altro veniva da un’ annata tutt’altro che fortunata dopo aver subito un infortunio al piede nel cuore della passata stagione che lo ha fatto rimanere ai box per il resto dell’anno, ha subito una stress reaction allo stesso piede infortunato: se ne riparlerà a gennaio.

Ma le Michigan State dell’ultimo ventennio non sono mai state solo ed esclusivamente il prodotto di una singola superstar ed il Power Ranking per quanto riguarda il posto numero 1 non cambia.

E con uno come Coach Izzo questo è tutt’altro che implausibile se si guarda al tipo di roster col quale è in grado di sedurre le altri grandi protagoniste del ballo per poi lasciarle sotto una pioggerellina non proprio di primavera.

A marzo saranno 20 anni dalla prima ed ultima vittoria della sua longeva fratellanza con gli Spartans: in quell’annata, un gruppo di ragazzi di Flint che avevano giocato insieme sin dalle scuole elementari vinsero il torneo,aiutandosi e crescendo dentro e fuori dal campo.

Mateen Cleaves, Moris Peterson, Charlie Bell (visto anche in Italia) si guadagnarono l’appellativo de “I Flintstones”, in grado di far rivivere all’università del Michigan una gioia che non provava da quando a far sorridere (e per davvero) passò Magic Johnson (1979).

Magari l’aspetto drammaturgico non sarà avvicinabile a nessuna di queste due circostanze ma Cassius Winston sembra essere ancor più pronto a prendere per mano la squadra nella sua stagione da Senior, dopo averla spinta sino alle ultime Final Four di Minneapolis (battuta da Texas Tech, sede di appartenenza di parte del nostro cuore collegiale Davide Moretti), vinte poi da Virginia.

La scorsa stagione, terminata con un’altra vittoria nella Big10 con un record di 33-7 vide Winston chiudere con 18.8 punti, 7.5 assist col 39% da tre e fino al momento dell’infortunio, Langford, che non aveva saltato una partita nelle precedenti due annate e mezzo agli Spartans, viaggiava col 40% da 3 a oltre 15 di media.

Magari l’assenza di Langford, il load management di Winston e l’adattamento dei nuovi freshman potranno essere inizialmente l’ago della bilancia tra le molte W e qualche persa di inizio anno, che si aprirà proprio in queste ore con un’altra probabile grande invitata al ballo ovvero Kentucky, ma potrebbe tramutarsi nel miglior processo formativo per raggiungere il titolo.

C’è da considerare la probabilità che la rivalutazione di Langford si trasformi in un completo riposo stagionale date anche le speranze professionistiche a termine del suo programma collegiale, come sottinteso da Izzo proprio nel giorno in cui Michigan State è stata inserita come numero uno assoluta per la prima volta nella storia nel poll dell’Associated Press.

La perdita del buon Josh è sicuramente un brutto colpo perché oltre che mettere quel tipo di cifre la guardia nativa dell’Alabama è un tipo di giocatore che sa difendere sulla palla ed essere versatile in attacco, con penetrazione, tiro da 3 e gioco dalla media.

Ora però l’innesto dei nuovi arrivati sarà compito, oltre che di Izzo, dello stesso Cassius Winston. Il fatto di aver speso tutta la stagione con l’acceleratore premuto a causa dell’assenza di Langford lo fece arrivare leggermente scarico a primavera, ma una volta terminata la stagione Winston si è staccato completamente dal basket giocato e si è concentrato sul suo corpo per un mese intero, lavorando in maniera serrata sulla forza della porzione inferiore del corpo proprio per non accusare quelle stanchezze decisive nei momenti cruciali di stagione.

A fare le veci dell’omonimo del Keith ex Milano nel backcourt ci saranno Foster Loyer e (proprio a proposito di freshman) Rocket Watts. Diciamo che se la malasorte avesse dovuto scegliere non avrebbe potuto scegliere ruolo migliore per accanirsi: Watts è sì un primo anno, ma anche un giocatore in grado di sbrogliare la matassa con la palla in mano e con poca timidezza in attacco.

Nei momenti in cui Winston dovrà tirare il fiato e Foster Loyer (6-0 e non proprio fisicamente dotato), sarà chiamato in causa per gestire la squadra, sarà proprio su Rocket Watts che Izzo punterà per spingere offensivamente gli Spartans.

Aaron Henry, ora al secondo anno, è sicuramente un giocatore sul quale il sistema degli Spartans potrebbe convergere sempre più. Proprio a marzo, quando la stanchezza nelle gambe di una Michigan State sempre più provata si faceva sentire, l’ala piccola originaria del Kentucky stava viaggiando ad oltre 30 minuti a partita ed in una delle gare più importanti di stagione mise in faccia a LSU 20 punti con 9-14 al tiro portando gli Spartans alla sfida poi vinta contro Duke 68-67, prima di inchinarsi alla cavalcata (quasi vincente ) di Texas Tech. Se quella crescita non era semplicemente un’ oasi nel deserto, quella posizione numero uno nel ranking potrebbe essere non solo una rosea aspettativa.

Xavier Tillman, lungo in grado di correre e di aprire bene gli spazi per le guardie, specialmente in campo aperto, con qualche miglioramento nel gioco in post potrebbe complicare maggiormente gli adattamenti difensivi degli avversari se dovesse riuscire ad attirare più attenzioni proprio con la palla sotto canestro.

Marcus Bingham Jr, ala grande al secondo anno, si presenta all’esordio stagionale fisicamente più pronto dopo una offseason dedicata al lavoro di ghisa in palestra . Dotato di un buon tiro e di ottima difesa, anche lui, come Tillman, è un lungo in capace di correre avanti e indietro sul parquet e tutto ciò ne fa uno dei prototipi delle squadre di successo nel sistema di Tom Izzo.

Thomas Kithier, un centro undersized al quarto anno, potrebbe essere invece proprio il fulcro del gioco sotto canestro degli Spartans data la facilità con la quale è in grado di approcciare solidamente il gioco di pick and roll con le guardie.

Kyle Ahrens, in grado di giocare sia da 3 che da 4, sarà importantissimo quando Izzo deciderà di giocare con il quintetto “piccolo”, cosa che potrebbe accadere spesso nel corso della  stagione, mentre giocatori come Tillman e Bingham cercheranno di trovare un’identità sotto canestro.

Due sono le note a margine per la numero uno del ranking: una riguarda Joey Hauser, ala grande con buon talento offensivo ed in grado di fornire un’ottima soluzione al tiro nel reparto lunghi, in attesa di un possibile transfer da Marquette che potrebbe o meno avvenire.

L’altra si chiama Izzo, ma non Tom bensì Steven. Magari qualcuno ricorderà Coach Izzo tagliare la retina del canestro durante la vittoria dei Flintstones nel 2000 insieme ad un piccoletto rossiccio con cappellino e canotta di Michigan State in bella vista.

Sì, perchè se volete aggiungere un po’ di carattere romanzesco alla storia, lo stesso figlio del coach sarà nel roster di inizio stagione.

Insomma, gli ingredienti ci sono tutti e le varie Duke,Kentucky,Kansas sono avvisate: potreste vestire il più bello dei vestiti per il grande ballo, ma a meno che il vostro allenatore non si chiami Izzo,è possibile che finiate con l’essere portati a scuola col grembiulino.

Sergio Turco

L'articolo NCAA 2019-20: Michigan State, la favorita al grande ballo che sta per iniziare proviene da All-Around.