L’insensata corsa alle pillole allo iodio in farmacia, Federfarma veneto: «Attenti, possono essere dannose»
VENEZIA. «Vengono, ma li rimbalziamo gentilmente, spiegando loro che quello che cercano non serve a niente».
Il dottor Vincenzo Rigamonti, dell’omonima farmacia di Corso del Popolo a Mestre , come gli altri colleghi sta ricevendo clienti che chiedono compresse di iodio anti radiazioni, in caso di incidente nucleare in Ucraina.
«Le psicosi sono irrazionali», chiarisce, «io spiego loro che è una richiesta inappropriata, che non trova ragione di essere, peraltro pastiglie di iodio non ce ne sono, ci sono integratori (di zeolite) ma sono studiati per altre cose e non è assolutamente il caso che vengano assunti senza necessità. Perciò rassicuriamo le persone: se ci dovesse essere l’urgenza, si attivano altri canali. Inoltre l’utilizzo dello iodio in modo sconsiderato è dannosissimo, per carità. Bisogna stare tranquilli».
Stessa lunghezza d’onda del dottor Andrea Bellon, della farmacia ai Due Delfini D’Oro di via Bissuola e presidente di Federfarma Veneto.
«Le persone chiedono iodio», spiega, «perché hanno sentito qualche notizia in merito all’utilizzo per prevenire danni da radiazioni in caso di una fuga radioattiva. Abbiamo delle richieste, non una corsa, però ci sono, nell’ordine di cinque, al massimo una decina al giorno. Ma non se ne parla dai tempi di Chernobyl.
Smentisco che serva, lo iodio che si usa per prevenire danni da radiazioni non è uno iodio qualsiasi, come lo iodio minerale che si trova nel sale iodato, è potassio ioduro che è un sale che va utilizzato a specifico dosaggio in dose unica nel momento in cui si è sottoposti a radiazioni e andrebbe preso solo se esiste un concreto rischio.
Ma allora, in quel caso, di prassi è la protezione civile che lo distribuisce alla popolazione, e generalmente la popolazione interessata non è over 50, ma bambini e giovani, ossia la fascia per la quale il rischio di contrarre un tumore alla tiroide è più marcato. In ogni caso, ammesso che una farmacia ne disponga, al di fuori delle prescrizioni di conclamato rischio è pericoloso.
E può diventare un veleno, quindi va dispensato mediante la prescrizione della ricetta.
Poi ci sono gli integratori di iodio, con un’azione di assorbimento piuttosto che di eliminazione di metalli pesanti, ma sono integratori di zeolite, palliativi che non ha senso prendere visto che ora come ora non serve. Se ci fosse davvero il rischio, scenderebbe in campo la protezione civile».
«Vengono», spiega il dottor Marco Morelli, della farmacia omonima di Rialto, «ma spieghiamo che non ha senso prendere qualche cosa che fa male». Anche nella Farmacia Centrale di piazza Ferretto, di Andrea Paccagnella e Alessandro Tiso, i clienti provano a entrare e a chiedere iodio, senza sapere bene, però, quale prodotto cercano o cosa sia in vendita. I farmacisti, dunque, sconsigliano di informarsi sul web e chiedere prodotti che possono fare male.