Vianello: «Alpago la migliore con la Julia. Seguo sempre la Dolomiti Bellunesi»
L’Alpago? Può giocarsi le proprie carte sino in fondo. Parola di Marco Vianello, allenatore del Noventa che domenica non è riuscito a fermare un cammino sin qui quasi perfetto da parte della squadra gialloverde. La quale adesso è salita al secondo posto, approfittando del passo falso del Conegliano contro il Caerano.
Alle spalle della Julia Sagittaria capolista (23) ci sono proprio gli alpagoti (22) e in seguito i gialloblù i trevigiani (20). Solo l’Union Qdp (17) pare in grado di inserirsi in quella che al momento ha tutte le sembianze di una cosa a tre per la vetta. Certo, nessuno avrebbe immaginato di vedere la compagine bellunese neopromossa così in alto dopo nove giornate, ma l’ex attaccante dell’Union Feltre nel 2016-2017 non si stupisce.
Intanto Marco, sei tornato in provincia in una nuova veste. Nonostante solo mezza stagione in verdegranata nell’anno in cui allenava Bianchini, a Feltre ti ricordano con affetto.
«E io ancora adesso seguo le vicende della Dolomiti Bellunesi. Ho visto di una partenza a rilento ma ora i risultati stanno migliorando. Mi fa piacere inoltre continui a segnare Corbanese, che nonostante gli anni segna sempre parecchio. Io poi avevo giocato assieme a Bertagno al Real Vicenza ed ero compagno di squadra di Alex Cossalter quando ha esordito in D in quella famosa partita al “Rocco” di Trieste».
Veniamo al campionato di Promozione. Non siete riusciti a fermare l’Alpago, mentre alla seconda e terza giornata avevate imposto il pareggio a Julia Sagittaria e Conegliano. Un segnale?
«Non saprei. Qualcosa l’altro giorno abbiamo sbagliato anche noi, però di certo la compagine alpagota mi ha impressionato. In realtà comunque li avevo già osservati in qualche video e sono giunto ad una conclusione: si stanno dimostrando una squadra in grado di puntare al vertice. Questo perché ha calciatori davvero importanti per la categoria. Ne cito solo alcuni, ma quando puoi disporre di una coppia Sakajeva – Bettio davanti, della fantasia di Ruben D’Incà e così via, non è proprio di poco conto. Inoltre sono molto fisici. Insomma, secondo me hanno già compreso le esigenze della categoria».
A che punto è il paragone con le altre due?
«La differenza non è molta. Alpago e Julia dispongono forse di una rosa più adatta a questo campionato, rispetto magari al Conegliano che è formato soprattutto da giocatori di categoria superiore. Ma non è detto basti, in un torneo come quello di Promozione. Di sicuro a tutte loro è complicato segnare. Però occhio: basta un niente e le stagioni cambiano, in un senso o nell’altro. Penso proprio a quella stagione all’Union Feltre: da terzi a fine andata a salvi solo all’ultimo».
Domenica affrontate in casa vostra il Fiori Barp, con cui siete appaiati a quota 11 punti. I playoff stanno una lunghezza sopra invece…
«C’è molto equilibrio e ci aspetta una sfida tosta. Noi puntiamo a fare bene, pur venendo da un’estate difficile perché siamo rimasti in ballo sino all’ultimo per il ripescaggio in Eccellenza, conseguente alla vittoria della Coppa Veneto della scorsa stagione».
Chiudiamo con una curiosità: hai partecipato alla partita d’addio al calcio di Francesco Magnanelli, con cui avevi giocato al Sassuolo in C2 tra il 2004 e il 2006.
«Lui ritengo sia l’esempio lampante di cosa significhi essere umili e non montarsi mai la testa. Un vero e proprio modello da seguire soprattutto per i giovani. Mi fa piacere aver ricevuto quell’invito, così come essere stato parte della nascita di una realtà ormai stabilmente in serie A». DAPO