Il Padova riapre la corsa alla B: Mantova fra torti e voglia di rivalsa
Com’era facile immaginare, il Padova ha espugnato il campo del Renate (1-0, gol del solito Liguori) e ha ridotto a 4 punti il ritardo dalla vetta occupata dal Mantova. All’Acm in sostanza le ultime due trasferte piemontesi, chiuse con altrettanti pareggi a Novara e a Vercelli, sono costate la metà del vantaggio accumulato in precedenza. La corsa per la B è riaperta, anche se il gap resta cospicuo a 9 giornate dalla fine del campionato, soprattutto in considerazione del fatto che i biancorossi sono in vantaggio negli scontri diretti e dunque sarebbero promossi in caso di arrivo a pari punti.
Il capitolo gol
Gli 1-1 di Novara e Vercelli, con diverse reti fallite da un Mantova dominatore nel gioco ma poco cinico, ha fatto tornare d’attualità il tema “punta d’area” della cui mancanza si era discusso molto a gennaio. Possanzini, di fronte alle domande di cronisti e tifosi, aveva spiegato all’epoca la scelta di non prenderne una, dicendosi soddisfatto degli attaccanti in rosa e del lavoro che svolgevano per la squadra. In un gioco volto a portare alla conclusione tutti i calciatori in campo, come dimostrato dai 18 marcatori diversi dell’Acm.
In realtà, se il raffronto lo si fa con il Padova, si scopre che neppure i veneti hanno una prima punta doc: il loro marcatore principe è Liguori, un fantasista-seconda punta, che ha 11 gol all’attivo contro i 13 di Galuppini; il secondo marcatore è il centravanti Bortolussi con 7 reti, una in più del biancorosso Fiori. E nel computo totale l’Acm ha segnato dieci gol in più dei rivali (55 contro 45). La differenza vera fra Mantova e Padova nelle ultime gare l’hanno fatta in realtà le reti al passivo: 0 per il Padova nelle ultime quattro giornate a fronte di 8 all’attivo, 3 per l’Acm contro 6.
Urla dal silenzio
L’altra differenza sta negli episodi arbitrali. Limitandosi ai più clamorosi, a Novara è stato negato un rigore solare a Brignani, travolto in area da dietro da Di Munno mentre proteggeva la palla; a Vercelli invece non è stato espulso per doppio giallo Santoro (al 31’ primo tempo), che ha steso da dietro Trimboli lanciato verso l’area vercellese. Nella gara di sabato, poi, è stato negato anche un rigore nei primi minuti a Redolfi, spinto alle spalle e poi travolto in area da Parodi mentre si stava avventando su un cross di Burrai.
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A questi episodi macroscopici si affiancano poi tanti altri piccoli segnali che il clan biancorosso coglie talvolta in campo e che non contribuiscono certo a rasserenare l’ambiente. Come s’è visto a Vercelli con le espulsioni del dt Botturi e di mister Possanzini. In Viale Te però nessuno vuole alzare un polverone sul tema arbitri e la linea societaria - almeno per ora - è quella di guardare soltanto agli aspetti tecnici del campo. Questo ovviamente al netto di iniziative non pubbliche da portare avanti attraverso i canali ufficiali per sottolineare determinati episodi.
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Vincere unica medicina
Detto tutto ciò, è ovvio che l’unica risposta convincente dopo i due pareggi in trasferta sarebbe il ritorno alla vittoria martedì (ore 20.45) nella gara al Martelli contro la Virtus Verona. Gigi Fresco tempo fa, dopo il pareggio con il Padova, promise in conferenza stampa che avrebbe fermato anche il Mantova. E sembra intenzionato a provarci con decisione, dato che venerdì scorso contro la Pro Sesto ha fatto turnover, lasciando in panchina alcuni titolari e finendo poi per perdere in casa contro la penultima della classe.
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I biancorossi dal canto loro hanno bisogno dei tre punti, soprattutto per ritrovare ritmo: non era mai accaduto prima in campionato, infatti, che la squadra di Possanzini giocasse due partite di fila senza vincere. Farlo contro la Virtus e poi magari ripetersi sabato a Crema restituirebbe serenità a tutto l’ambiente e magari farebbe aumentare anche il vantaggio sul Padova, atteso mercoledì dal derby interno contro un Vicenza più fresco (non ha giocato nell’ultimo turno) e sabato dalla trasferta a Gorgonzola sul campo della Giana Erminio.