Le vecchie scalinate di accesso al Ticino riportate alla luce dai volontari del Borgo

PAVIA. Si sono muniti di badile, secchi e buona volontà e hanno ripulito un tratto della riva di via Milazzo, facendo affiorare la vecchia gradinata, sepolta da strati di terra, accumulatisi in oltre trent’anni.

Alcuni borghigiani hanno infatti deciso di intervenire sulla riva destra del Ticino per far riemergere il vecchio accesso al fiume, realizzato nel periodo post bellico, per facilitare i barcaioli, i pescatori, i cavatori di ghiaia, i raccoglitori di falasco. Insomma tutti coloro per i quali il fiume era anche lavoro. «Si tratta di un lavoro importante che valorizza via Milazzo, uno degli angoli più suggestivi e caratteristici della città – sottolinea Stefano Schinelli, presidente dell’associazione Meistoinburgh -. Si auspica l’aiuto del Comune per sistemare altri tratti la cui manutenzione poi potrebbe essere fatta dai borghigiani».

I rinvenimenti

Al posto della terra e dell’erba un tempo c’erano porzioni di gradinate in cemento o discese in sassi, utilizzate dai barcaioli e dalle lavandaie. «Avevano anche il compito di rafforzare la riva e trattenere la strada, oltre che agevolare la popolazione del fiume», spiega Simone Scuri, 49 anni, sposato con due figli, borghigiano da tre generazioni, il primo a munirsi di badile e a ripulire la riva infestata dall’erba. Conosce bene il Borgo dove è cresciuto e vissuto. Sempre a stretto contatto con quel Ticino che è la sua passione. Scuri, agente di Polizia locale del corpo intercomunale di San Martino, Travacò e Carbonara, socio del Club Vogatori Pavese e del Meistoinburgh, ha sempre abitato in Borgo alto, ma da luglio si è trasferito in via Milazzo. Davanti a casa è ormeggiata la sua barca.

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«Prima ho iniziato con il decespugliatore per liberare un piccolo tratto impraticabile – racconta -. Poi ho continuato, con l’aiuto fondamentale di due amici. Sono riemersi 11 gradini, con i cordoli in cemento e sassi”. Sono stati liberati circa 25 metri nel tratto che si trova in fondo alla via, all’altezza della torre del Catenone.

«In molti venivano a vedere il nostro lavoro e qualcuno contribuiva portando la merenda – precisa Scuri –. Non abbiamo ancora finito. Intendiamo arrivare poco prima della Linguacciona, eliminando quella terra accumulatasi in trent’anni in seguito alle esondazioni, come dimostrano le bottigliette di Crodo ritrovate».

«Sono affiorate gradinate risalenti al periodo post bellico – spiega Paolo Fornelli, storico -. La massicciata di via Milazzo fu infatti realizzata in periodi differenti». Durante l’amministrazione Depaoli, attraverso il bilancio partecipato, era stata ripulita la parte più vicina al ponte. «Ma da allora non c’è stata alcuna manutenzione – precisa Schinelli -. Invece bisognerebbe valorizzare questi accessi al fiume». Ieri, all’altezza della pizzeria Rosso Pomodoro, era al lavoro un altro borghigiano, socio del Meistoinburgh, Lorenzo Bancolini, la cui famiglia aveva donato il barcè alla città. Ha provveduto a ripulire un altro tratto, facendo riemergere una discesa di ciottoli.