Elezioni a Pavia, Lissia propone soldi alla cultura e tassa di soggiorno, Cantoni boccia l’idea
Pavia. Imposta di soggiorno anche a Pavia? Lissia la vuole perché 2 euro a turista porterebbero circa 300mila euro l’anno. Cantoni non la vuole perché «è fuori luogo in questa fase» e prima bisogna rendere la città più accogliente. Visioni diverse e a volte opposte che si sono incrociate ieri mattina, alla sala dell’Annunciata nel faccia a faccia organizzato dalla Scuola di cittadinanza, introdotto da don Franco Tassone e moderato dal direttore de “Il Ticino” Sandro Repossi. Il centrosinistra di Michele Lissia contro il centrodestra di Alessandro Cantoni: entrambi puntano alla poltrona di sindaco di Pavia.
Il budget
«Su un bilancio da 94 milioni – dice Lissia – alla Cultura e al turismo ne vengono dedicati 150mila. Pavia è uno dei pochi capoluoghi di Provincia che non applica l’imposta di soggiorno». Mentre per Cantoni per attrarre turisti serve «una città sicura, pulita e dotata di parcheggi».
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E i parcheggi tornano quando si discute di Mobilità riprendendo i temi compresi nelle “Idee per Pavia” messe nero su bianco dalla Scuola di cittadinanza. «Non ci serve un parcheggio – puntualizza Cantoni – ma un sistema di parcheggi collegato al centro da un servizio di e bike o di navette». Mentre secondo Lissia bisogna ridisegnare la mobilità di una città che è cambiata: «L’ultimo piano urbano del traffico risale al 1998». Parlando di Decoro e pulizia, il discorso cade su Asm Pavia che, per Lissia «è stata concepita come un centro di potere che voleva fare una piscina a Bereguardo senza che il sindaco lo sapesse», mentre Cantoni rimpiange i tricicli dotati di bidone che giravano quando era ragazzo e che vorrebbe rivedere in azione. La piscina la rivogliono entrambi, con Cantoni che ne promette una olimpica da 50 metri e Lissia che fa già i conti («costerà tra 4,5 e 6 milioni») e la abbina, come spese di investimenti, alla nuova scuola a Pavia Ovest. Poi il discorso cade sulla ferita aperta del Piano di governo del territorio, la “corazzata” dell’amministrazione Fracassi prematuramente affondata nella tempesta che ha spaccato il centrodestra.
Teniamo il buono
Cantoni dice: «Prenderemo il buono di quanto fatto e lo porteremo avanti», perché «la riqualificazione di molte aree dismesse è già iniziata» e «a Pavia e provincia più di 60mila artigiani aspettano che parta il Pgt». Anche se ammette che «i progetti in Borgo e in via Marangoni sono stati un vulnus». La replica di Lissia è: «Se aveste approvato quel Pgt sarebbe stato un danno per le categorie produttive perché c’erano almeno sette incompatibilità e sarebbe stato impugnato». Poi l’esponente del centrosinistra ribadisce la pregiudiziale del consumo di suolo zero e l’impegno a proseguire nel recupero delle aree dismesse.
L’ultimo duello si consuma su una domanda del pubblico: «Sì o no alle lezioni Lgbt nelle scuole e al Comune che dà contributi al Pride?».
«I corsi – risponde Cantoni – sono un tema sensibile che non deve riguardare le scuole nella fascia 0 - 6 anni. Su elementari e medie decide lo Stato. Il gay pride per me non è un esempio edificante perché ormai si vive serenamente con le proprie attitudini». Replica di Lissia: «I corsi furono introdotti nel 2012 dall’amministrazione di centrodestra Cattaneo e il Pride ha il patrocinio di Comune e Provincia da anni. Dovere di un’amministrazione è accogliere chi sia stato vittima di discriminazione per anni e anni e anni». —
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