Ecco la nuova questura di Padova: «In via Anelli la piazza della convivenza»
Sarà il progettista della torre Net Center Luciano Schiavon (allievo dell’archistar ticinese Aurelio Galfetti) a disegnare la nuova questura di via Anelli a Padova. E il progetto prevede una grande piazza pedonale perché dall’ex Bronx si passi a una «piazza della convivenza». E’ questo il risultato del bando per la progettazione presentato in Comune dal vicesindaco Andrea Micalizzi.
Il raggruppamento vincitore
Per realizzare la nuova questura in via Anelli il Ministero dell’Interno ha delegato il Comune alla gestione del progetto. E al bando per il disegno architettonico del nuovo edificio (che si è chiuso nell’agosto scorso) si sono presentati cinque raggruppamenti. Il vincitore alla fine è un gruppo composto da diversi soggetti.
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Alla guida c’è F&M Ingegneria, società di Mirano (nel Veneziano), che ha messo insieme altre sei aziende: Lvl architettura di Padova (di cui fa parte appunto Schiavon), Proap Italia srl di Trento, F&M divisione impianti srl (sempre di Mirano), Semper srl di Padova, Tca Denise Borsoi di Venezia, e l’architetto Anna Maria Portoghese di Milano. Si tratta di un raggruppamento che ha già progettato altri edifici simili come la città militare Cecchignola a Roma, il nuovo comando provinciale dei carabinieri a Pordenone e la nuova sede dei vigili del fuoco di Belluno.
La filosofia del progetto
Il progetto prevede due edifici: un edificio basso con una forma organica destinato al rapporto con l’utenza, dunque con gli uffici amministrativi (denunce, porto d’armi, passaporti) e gli uffici per l’immigrazione. E l’edificio più alto con i veri e propri uffici destinati agli agenti. Tra l’edificio alto e l’edificio basso è definita un’area pavimentata a piazza, in linea di massima pedonale.
«La nostra architettura vuole rappresentare, senza banali simbolismi, un'istituzione aperta ai cittadini ma forte e inespugnabile che vigili e induca alla convivenza pacifica e collaborativa – hanno spiegato i progettisti – La presenza di un'istituzione di certo contribuisce alla qualità dell'ambiente urbano, ma se questa Istituzione non può interagire con il contesto per motivi di sicurezza, il suo insediamento rischia di essere sterile rispetto alle dinamiche urbane. Ecco perché in via Anelli serve uno spazio pubblico aperto e pedonale da connettere con gli altri spazi pubblici del quartiere, meglio se di natura vegetale. Ecco quindi il nostro slogan: “Via Anelli dal Bronx al giardino della convivenza"».
L’amministrazione e il questore
«Una operazione che mi rende orgoglioso. Siamo riusciti a chiudere un luogo di degrado totale come via Anelli. Grazie al capo della polizia e al questore di allora Paolo Fassari siamo riusciti a fare l’accordo e ottenere i fondi dal Governo», ha detto il sindaco Sergio Giordani in conferenza stampa. «Io sono molto coinvolto perché la mia esperienza politica nasce in via Anelli. Vedere queste immagini con una qualità architettonica messa in campo mi commuove e inorgoglisce», ha aggiunto il vicesindaco Andrea Micalizzi,
«Pensare agli anni in cui via Anelli era un problema della città fa capire quanto questo passo sia importante».
«In questo edificio c’è un’importanza non solo dal punto di vista simbolico perché si trova in via Anelli, ma per noi è anche l’occasione per rendere ancora al meglio e ottimizzare i servizi ai cittadini e gli ambienti di lavoro dei poliziotti»: così il questore Marco Odorisio.