Trump, New York Times: “Pressioni sull’Australia per screditare Mueller”. Camera: “Giuliani consegni carte su Zelensky”
Il presidente avrebbe contattato il premier australiano per recuperare informazioni volte a screditare l'indagine dell’ex procuratore speciale per il Russiagate. Sul fronte ucraino il tycoon ha detto di essere a caccia della "talpa", pur protetta dalla legge americana
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Un’altra telefonata per fare pressioni su chi lo stava intralciando, questa volta con le sue indagini. Secondo quanto riportato dal New York Times Donald Trump avrebbe insistito con il premier australiano Scott Morrison in una recente conversazione telefonica perché aiutasse il ministro della Giustizia William Barr a raccogliere informazioni per screditare l’indagine dell’ex procuratore speciale per il Russiagate, Robert Mueller. La Casa Bianca, scrive il quotidiano americano che cita alcune fonti, ha limitato l’accesso alla trascrizione della telefonata a un numero ristretto di consiglieri del presidente americano.
La posizione del presidente Usa si aggrava quindi su più fronti, a pochi giorni dalla rivelazione della telefonata tra il tycoon e il leader ucraino Volodymyr Zelensky, quella al centro dell’avvio dell’indagine per l’impeachment del presidente americano. Una chiamata a cui, scrive il Wall Street Journal, avrebbe partecipato il segretario di Stato Mike Pompeo, che proprio martedì sarà in visita in Italia. In questo ambito tre commissioni della Camera hanno ordinato a Rudy Giuliani, l’avvocato personale del presidente, di consegnare la documentazione relativa alla sua interazione con l’Ucraina.
La richiesta è stata avanzata nell’ambito dell’indagine di impeachment contro Trump per aver sollecitato personalmente e tramite lo stesso Giuliani le autorità ucraine a far indagare i Biden. Sulla procedura aperta dai democratici, il presidente continua a minimizzare: in serata ha detto ai cronisti di essere a caccia della talpa, oggi protetta dalla legge Usa sui whistleblower, che ha rivelato la chiamata. “Stiamo provando a scoprire” chi è stato, ha detto Trump, ribadendo che, a suo modo di vedere, la chiamata in cui chiese al presidente ucraino di far indagare i Biden fu “perfetta” e che sarebbe stato l’informatore a farla sembrare terribile.
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