Spilamberto. Cristian, il 30enne sparito nel nulla: chiesta dichiarazione di morte presunta

Carlo Gregori

spilamberto. Scomparso nel nulla mentre passeggiava lungo l’argine del Panaro con la sua cagnetta. O almeno così aveva annunciato Cristian Casini ai familiari uscendo di casa quasi undici anni fa. Da allora non si sono più trovate sue tracce nonostante le ricerche intensive in tutta la zona delle cave da San Damaso a Spilamberto. E quindi ora il Tribunale ha decretato la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della richiesta di dichiarazione di morte presunta. Ci saranno sessanta giorni di tempo per dare informazioni su una sua presenza o un suo avvistamento certo, poi l’anagrafe di Spilamberto – ultima sua residenza – farà il suo corso e lo cancellerà. Il caso di Cristian sembrava una faccenda semplice, all’inizio. I genitori, soprattutto il padre Ugo che abita a Castelfranco, ha infatti sempre contato in un suo ritorno a casa. Ma così non è stato.

Trent’anni, barba incolta e pizzetto come era di moda, capelli corti castani, occhi castani, alto 173 centimetri, Cristian era operaio e abitava da qualche tempo a Spilamberto in via Macchioni con la sua cagnetta Bimba. La mattina del 25 febbraio 2011 aveva detto in casa che sarebbe andato a fare la consueta passeggiata col cane lungo l’argine del Panaro tra i territori di Spilamberto e Castelfranco. Indossava pantaloni blu da lavoro, una giacca verde e un cappellino con visiera. Un giro, poi sarebbe andato a lavorare. Ma a casa non è più tornato. Passate alcune ore, è stato dato l’allarme. I carabinieri hanno iniziato a cercarlo coi familiari. La sua auto, una Ford Focus, è stata trovata chiusa e in ordine, parcheggiata vicino al punto in cui di solito iniziava le passeggiate. Nient’altro. Una vicenda del genere non può che far pensare in prima battuta a un gesto insano. Infatti alcuni giorni dopo venne trovato un cadavere dentro il Panaro ad Altolà, ma si scoprì che non era Cristian bensì un avvocato sessantenne che abitava nei paraggi anche lui scomparso. E allora cos’era successo a Cristian? Già dai giorni successivi alla scomparsa la Protezione civile aveva iniziato alcune ricerche lungo gli argini del Panaro, prestando soprattutto attenzione alle numerose cave di estrazione e ai laghetti dei fontanazzi e delle polle ai lati del fiume. Era stato battuto un lungo tratto, dal Ponte Samoggia di Spilamberto fino alle chiuse di San Damaso. Ffurono utilizzati sia i sommozzatori dei vigili del fuoco che un elicottero per perlustrare la zona dall’alto. Non c’era traccia del suo passaggio. Neanche la segnalazione a “Chi l’ha visto?” diede alcun esito. C’erano però alcuni elementi anomali. Proprio suo padre Ugo raccontò di aver visto Cristian girare in auto per Piumazzo. Era così. Una videocamera lo inquadrava nella frazione mentre prelevava al bancomat. Arrivò conferma che al momento della scomparsa, e quindi dopo il bancomat, Cristian era in possesso sia del telefonino, che dei documenti che del bancomat stesso. Se ne era andato? La domanda è rimasta senza risposta. Non solo perché non è nota la cronologia dei fatti: se ha prelevato prima o dopo aver fatto la passeggiata, ad esempio. Ma anche perché non si sa quanto ha prelevato, se successivamente ci sono stati altre transazioni di denaro con carte. Le indagini sono state condotte nella più totale segretezza. Intanto il padre Ugo lanciava appelli per non fermare le ricerche. «Su mio figlio non cali il silenzio», aveva detto. Invece il silenzio è calato.