Pordenone, cent’anni di immagini e di parole per raccontare l’emigrazione
foto da Quotidiani locali
PORDENONE. Presenta cent’anni di immagini e di parole raccolte nell’archivio multimediale della memoria dell’emigrazione regionale (Ammer) la mostra “In viaggio”, realizzata dalla Regione, che s’inaugura sabato 15 gennaio, alle 11.30, a palazzo Gregoris di Pordenone.
Fotografie, dati, rappresentazioni geografiche, stralci di testimonianze documentano le condizioni di vita dei friulani all’estero fra la metà dell’Ottocento e gli anni ’50 del Novecento.
Ci sono gli scatti che su navi e piroscafi hanno fissato per sempre sulla pellicola e nella memoria i volti di di uomini e donne con le valigie piene di speranza, magari affiorati per qualche ora da scompartimenti di terza classe.
E poi le pose sui luoghi di lavoro, dove il sudore e la fatica non riescono a sbiadire la dignità negli sguardi, le facce sorridenti nei circoli di ballo, alla domenica; i matrimoni con i lunghi cortei, a piedi, dietro gli sposi; i tanti bambini, sempre; i ritratti di famiglia con il vestito “buono” della festa.
Scorrendole, è inevitabile la riflessione che ne scaturisce, sulle migrazioni come condizione universale del genere umano e sulle diverse motivazioni che inducono a lasciare la propria terra di origine.
E si capisce perché la mostra è indirizzata in modo particolare ai giovani e al mondo della scuola: affinché possano trarre dalla conoscenza e dall’analisi dell’esperienza migratoria una comprensione più profonda del passato, del presente e del futuro delle loro città, del loro Paese.
L’allestimento proposto a Pordenone si deve alla Storica Società Operaia della città e a uno dei tanti progetti della sua indimenticata presidente, Rosa Saccotelli, mancata qualche mese fa, la cui eredità è stata raccolta da Mario Tomadini.
Intitolato “Vite forestiere”, nato nella primavera 2021 su sollecitazione di un bando della Regione (e realizzato anche grazie alla partnership dell’archivio storico della diocesi di Concordia– Pordenone e dell’Efasce, in collaborazione con Erpac, il sostegno del Comune di Pordenone e di Itas Assicurazioni), fino a marzo coinvolgerà un gruppo di venti studenti di alcuni istituti scolastici del territorio.
Seguendo la memoria dell’emigrazione friulana, l’obiettivo è metterli nelle condizioni di recuperare, nella testimonianza letteraria di alcuni poeti e scrittori regionali il senso di queste “vite forestiere”, mettendone in luce, attraverso le loro voci, alcuni aspetti topici dal punto di vista “personale” ed emotivo, per poi completare il quadro con dati e testimonianze reali e infine esaminare, rielaborare e restituire in nuove forme creative i nodi salienti di questo percorso.
Un progetto denso di umanità, quello della Somsi pordenonese, che ha permesso di riscoprire le vicende di donne e di uomini che hanno scelto di percorrere le strade dell’emigrazione alla ricerca di un’esistenza meno tribolata. Che riporta a ritroso nel tempo, quando le penalizzanti condizioni economiche avevano obbligato le nostre genti a lasciare affetti, case e amici.
«L’emigrazione – spiega il presidente Tomadini – mi ha toccato da vicino: ho visto zii partire per l’Argentina, il Canada, il Lussemburgo, la Svizzera. Ricordo le loro lettere che arrivavano a Natale ed erano inserite in buste dove si leggevano parole che per me erano sconosciute: Air Mail o Par Avion e poi tutti quegli strani francobolli timbrati da Paesi lontanissimi, che davano ali alla fantasia.
Dobbiamo ringraziare i nostri emigranti che con le loro fatiche, spese in terre lontane, hanno contribuito a far crescere l’Italia».
E ricorda i friulani approdati in Brasile, in Argentina, quelli sbarcati ad Ellis Island o nel porto canadese di Halifax. In Belgio, con le sue miniere e poi ancora nella lontanissima Australia e quelli che già nell’Ottocento avevano raggiunto la gelida Russia per dare il proprio contributo alla costruzione della ferrovia Transiberiana.
«L’emigrazione fa parte della nostra storia e talvolta si è circondata di un alone di leggenda, pensiamo a quella dei carnici cramars o delle sedonere della Valcellina costrette ad un continuo peregrinare da un paese all’altro».
La mostra “In viaggio” si potrà visitare (con ingresso libero) fino al 27 marzo. Per informazioni: www.somsipn. it.
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