In fuga dall’Ucraina su un pullman, rifocillati a Marcon
Marcon, la Caritas ha aiutato un gruppo di donne e bambini scappati dalla guerra. Per loro panini e pizze calde
MARCON. I loro volti, valgono più di mille parole e discorsi dei politici di turno. Sono quelli delle donne e dei bambini che sabato sera sono arrivati stanchi e stremati, dopo due lunghi giorni di viaggio, a Marcon. Ad accoglierli i volontari della Caritas, che da ore si preparavano con cestini di cibo: latte, acqua, mele, arance, panini, per consentire loro di proseguire il viaggio mettendo qualche cosa nello stomaco.
Sono donne e bambini, partiti in fretta dall’Ucraina, per salvarsi dalla furia delle bombe che stanno devastando ogni cosa, dai militari che stanno mettendo a ferro e fuoco il paese.
Hanno lasciato tutto: parenti, amici, case, e sono arrivati su un pullman che li ha lasciati in autostrada. Qui i volontari li hanno raccolti e li hanno portati in parrocchia, grazie a una catena di solidarietà attivata in pochissimo tempo. Per loro, erano state preparate delle pizze calde, dal ristorante Ca’ Nostra.
«La prima cosa che hanno chiesto è stata il bagno» raccontano i volontari della Caritas «ci hanno messo due giorni ad arrivare, sono distrutti e stremati». Seduti al tavolo, hanno cenato, prima di ripartire verso un futuro incerto. Sono tra i più fortunati, perchè altri non riusciranno ad arrivare, non subito.
Due si fermeranno qui, gli altri dieci continueranno alla volta di Bergamo, per pretendere aerei che li porteranno in altre zone d’Europa, lontano dalla guerra e dal dolore. Alcuni andranno in Spagna, qualcuno rimarrà in Italia e cercherà di arrivare nel sud Italia. Ma di sicuro ricordanno le persone che li hanno aiutati, anche solo per una notte.