«Pagato 4 euro all’ora, ho detto basta»: bagnino di Viareggio cambia lavoro dopo 40 anni
La sua vita, fin da quando aveva 17 anni, è stata caratterizzata dal lavoro d’estate negli stabilimenti balneari di Viareggio. Ma ora ha deciso di cambiare: «Sfruttamento senza limite»
VIAREGGIO. Meno di 4 euro netti l’ora. Per lavorare sette giorni su sette da maggio a settembre sotto il sole. Sulle spiagge di uno stabilimento balneare viareggino dalle 6,30 del mattino alle 22 di sera. Totale: 1 520 euro netti al mese in busta paga per 13, 14 ore di lavoro al giorno. Si tratta di un reddito di circa 7.600 euro in cinque mesi. È l’ultima esperienza da lavoratore stagionale nel turismo che uno dei bagnini storici di Viareggio ha fatto l’anno scorso. Poi ha chiuso. Non perché non abbia voglia di lavorare: perché non ha più voglia «di essere sfruttato».
Nelle ultime settimane, molti titolari di imprese del turismo - stabilimenti balneari, ristoranti, hotel e così via - hanno segnalato che non trovano lavoratori per la stagione. E molti sostengono che non li trovano perché i giovani (e non solo) non hanno voglia di lavorare: niente turni nei fine settimana, niente sacrifici, meglio il reddito di cittadinanza. Invece, molti lettori contestano questa versione. Fra questi anche il bagnino di Viareggio.
«Lavorare con uno sfruttamento di questo tipo non è possibile, non è più possibile. Insieme ai bagnini, che sono fra quelli più sfruttati, ci sono i camerieri. Anche a loro tocca fare orari massacranti per cinque, sei mesi senza riposi. Ma per lavorare, portare il pane a casa si deve fare anche questo», racconta. Cinquantasette anni, 40 dei quali passati da bagnino d’estate, ora Giovanni (nome di fantasia) ha detto stop ed è tornato a fare il tecnico di computer, smartphone e tablet.
La sua vita, fin da quando aveva 17 anni, è stata caratterizzata dal lavoro d’estate negli stabilimenti balneari di Viareggio. «Sono nato negli stabilimenti, mio padre ne aveva uno. E da quando ero ragazzo ho iniziato a lavorare come stagionale in altri bagni. Mi muoveva il piacere, la passione per questo lavoro. Facciamo due conti; fino a qualche anno fa sono arrivato a prendere 12. 500 lordi per cinque mesi di lavoro a diritto sette giorni su sette, praticamente tornando a casa la sera dopo le 22. Avevo un contratto anche se con inquadramento da operaio, ma un contratto diciamo c’era. Già un anno fa per lavorare, invece, mi hanno offerto un forfait per tutti e cinque mesi, ossia 7600 euro puliti. Prendere o lasciare», dice l’ex bagnino.
«E che fai – prosegue Giovanni -? Ti rendi conto che è sfruttamento senza condizioni, ma devi portare i soldi a casa. Ho una famiglia anche io». La domanda spontanea è: si tratta di lavoro o di qualcos’altro? Sorride Giovanni: «40 anni di lavoro da stagionale mi permettono di dire che conosco bene il lavoro e diciamo conosco bene tutti gli stabilimenti balneari di questa zona. A Forte dei Marmi puoi prendere qualcosina in più, via via che scendi sulla costa il salario scende sempre di più. Ora siamo al limite».
Il limite di 4 euro netti l’ora, l’ex bagnino lo ha solcato già un anno fa e da quel momento la promessa è stata una e una sola; rimettersi a fare il tecnico a tempo pieno, d’inverno e d’estate, lasciando le dorate spiagge della Versilia. «Dorate forse da ragazzo. Qui si tratta di stare mesi e mesi sotto il sole, anche a 40 gradi, di fare sorveglianza con gli occhi sempre aperti, di mettere i lettini, di pulire la spiaggia, di essere a disposizione per qualsiasi cosa venga richiesta. Ma i titolari dei bagni vedono i bagnini come parassiti che non fanno niente. Spiegaglielo quando magari si salva una persona in mare cosa sia o quando tiri avanti fino alle 22 di sera a rimettere a posto tutto per essere la mattina alle 6, 30 di nuovo sul luogo di lavoro», dice ancora il lavoratore.
Eppure c’è chi pensa e dice che i lavoratori stagionali del turismo non siano pronti per sacrificarsi un po’ di più per il lavoro. «È la solita litania. La sento dire da anni e anni – dice – Ci vedono tutti non so come. Dalla mia esperienza posso dire che si tratta ormai di uno sfruttamento senza limite. Ora molti stabilimenti d’estate si affidano alle cooperative che ogni giorno mandano magari un bagnino diverso, a seconda di chi è disponibile. Al lavoratore della cooperativa gli danno una busta paga di 800 euro al mese e così si prosegue andando avanti».
Una delle tante storie, la sua, di lavoratori instancabili pagati una miseria, che alla fine hanno detto basta allo sfruttamento.
Squilla un telefono. Giovanni è nel suo laboratorio di riparazioni di computer e cellulari. «Non fa più per me, anche se il lavoro è sempre importante e si deve chinare la testa. Ma oltre questo limite, almeno io non posso chinarla».
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