Plasma iperimmune: il Consorzio Grana Padano si attiva per il trasporto
Donati all’ospedale Carlo Poma dodici contenitori dotati di tecnologie all’avanguardia
MANTOVA. Il plasma iperimmune è stato tra le prime terapie a disposizione degli ospedali per fronteggiare le più gravi forme di infezione provocate dal Covid. L’ospedale di Mantova, insieme a quello di Pavia, ha sviluppato per primo in Italia questa terapia, grazie all’impegno del dottor Massimo Franchini, direttore del Simt, il Servizio di immunoematologia e medicina trasfusionale, e del dottor Giuseppe Di Donno, primario di Pneumologia del Poma.
Anche il Consorzio Tutela Grana Padano ha fatto la sua parte: si è impegnato a promuovere le donazioni da parte di soggetti guariti dal virus negli ospedali di Mantova e Verona, offrendo a chi donava plasma iperimmune una confezione di Grana. E, in collaborazione con Abeo, ha anche contribuito a sostenere il reclutamento dei donatori.
«L’impegno prosegue oggi, dove i ricoveri restano significativi e i casi gravi da curare toccano ampie fasce d’età – spiega una nota – il Consorzio Tutela Grana Padano, in collaborazione con l’associazione Boom, ha donato al Simt di Mantova dodici contenitori per conservare e trasportare emocomponenti, dotati di tecnologie all’avanguardia».
«È una donazione di importanza strategica per noi – spiega di dottor Massimo Franchini – abbiamo richieste di plasma iperimmune da tutta Italia. Questo sistema consente la conservazione in sicurezza anche a lunghe distanze, mantenendo inalterate le caratteristiche biologiche dell’emocomponente. Sono contenitori di elevata qualità, saranno utilizzati anche in futuro in caso di necessità». «Per la nostra associazione è un onore e un onere portare avanti il progetto che abbiamo condiviso con i medici del Poma – conferma Marcella Deantoni, presidente di Boom Brescia – Siamo convinti dell’efficacia del metodo, la nostra intenzione è di continuare a sostenerlo in ogni modo possibile». «Crediamo con entusiasmo nel progetto della banca del plasma iperimmune, perché abbiamo visto i risultati e condividiamo la necessità di svilupparla e di farne un patrimonio al servizio della collettività – commenta Stefano Berni, direttore generale del Consorzio Grana Padano – la rinascita dopo la pandemia, alla quale lavoriamo, e le prospettive per un futuro sostenibile non devono disperdere il lavoro difficile e importante che medici, infermieri, operatori sanitari e studiosi hanno svolto in questi mesi salvando tante vite, che va invece valorizzato e sviluppato».