Verità per il piccolo Andrea morto a Sharm, arrivati a Palermo la mamma (incinta) e il papà intossicato
Previsti fra 2 mesi i risultati dei test che dovrebbero chiarire il decesso. Il legale dei genitori: «Deve indagare la giustizia italiana»
PALERMO
Che dolore dà il rombo di questo aereo-ambulanza che atterra all’una e mezza nell’estate torrida e vacanziera di Palermo con un uomo in barella attaccato al respiratore, una donna incinta stravolta dal dolore, e senza il loro figlioletto con cui erano partiti dalla stessa pista una settimana fa alla volta di Sharm el Sheikh, pieni di attesa e di entusiasmo per la vacanza. Lui, il piccolo Andrea Mirabile, 6 anni, che gioiva a fare il bagno tra i pesci colorati sui fondali del Mar Rosso, che esplorava le piscine del resort a cinque stelle dove lo avevano portato i genitori, tornerà a casa domani da solo in una bara, dopo una morte tra dissenteria e spasmi ancora tutta da capire.
All’aeroporto è un attimo: l’aereo che atterra, il trasferimento in ambulanza tra un nugolo di tecnici e operatori sanitari, la corsa al Policlinico universitario dove Antonio Mirabile – 46 anni, una salute di ferro prima della vacanza – lotta per superare l’insufficienza respiratoria che lo ha portato a un passo della morte, e dove la moglie Rosalia Manosperti, 35 anni, fuori pericolo, viene portata in Ginecologia per accertamenti sulla bambina di quattro mesi che porta in grembo. La sorellina attesa da Andrea, che è morto prima di conoscerla.
Al Policlinico c’è il nonno del piccolo, Salvatore Mirabile, il volto scavato e rassegnato: «Sono entrato a salutare mio figlio – racconta – ma non fanno avvicinare nessuno, le sue condizioni sono ancora troppo precarie, mi fa sperare il fatto che stia migliorando. Che cosa è successo non lo so, secondo me è stato qualcosa hanno mangiato. Certo, il fatto di averli a casa adesso dà un poco di conforto, ma Andrea non c’è più. E dire che doveva essere una bella vacanza…».
La soluzione del mistero è affidata all’autopsia i cui risultati – secondo le autorità egiziane – non arriverà prima di un paio di mesi. Bisogna attendere gli esiti dell’esame istologico sui tessuti. Ma i legali della famiglia hanno presentato un esposto alla procura di Palermo, arrivato sul tavolo del procuratore capo facente funzione Marzia Sabella che già oggi assegnerà l’indagine. La richiesta è di una nuova autopsia ed esami approfonditi sul padre.
«L’obiettivo è permettere agli organi inquirenti di eseguire gli opportuni accertamenti e valutare la sussistenza di eventuali profili penalmente rilevanti – dice l’avvocato Gabriele Giambrone, parte di un pool di legali che sta seguendo la vicenda -. La famiglia desidera precisare che la notizia diffusa sulla possibile causa della morte del minore per dissenteria non è stata ancora accertata, poiché le cause del decesso non sono ancora note. Anche per tale ragione si ritiene necessario l’intervento della magistratura italiana».
Nessuno lo dice, e nessuno tantomeno vuole creare interventi diplomatici, ma la volontà precisa è che il caso non sia soltanto nelle mani degli inquirenti e dei giudici egiziani.
La tragedia si è consumata in trentasei ore, dopo che – venerdì scorso - la famigliola si è sentita male e si è rivolta al medico del resort, che ha suggerito una flebo per reidratare e le pillole per fermare la dissenteria. Ma il giorno dopo, quando la situazione andava sempre peggio, la madre ha chiamato l’ambulanza: per il piccolo non c’era più niente da fare, il marito stava molto male, con i reni a pezzi e valori preoccupanti di ossigenazione del sangue.
Dal resort fanno sapere che nessun altro ospite accusa sintomi di sorta, ma la famiglia non ha mangiato neanche una briciola fuori dai due ristoranti del complesso turistico: era una vacanza all inclusive. Né è ipotizzabile un’intolleranza individuale perché tutti e tre si sono sentiti male, seppure con diversi livelli di gravità. Che cosa è successo dunque? Nei loro piatti – si sussurrava ieri al Policlinico – potrebbe essere finito un alimento gravemente tossico cucinato per errore insieme con le vivande ben conservate. Una probabilità infinitesimale, che però non si può ancora escludere.