A Belluno, bar e ristoranti senz’acqua per il caffè: due mercoledì di passione causa lavori
Bim Gsp sospenderà il servizio dalle 14 in poi e c’è chi dovrà chiudere. La parrucchiera: «Difficile lo shampoo a casa»
BELLUNO. La febbre dell’acqua. Due mercoledì di passione per le attività commerciali e di ristorazione di centro e centro storico della città. Dalle 14 dei giorni 20 e 27 fino a notte inoltrata, mancherà la materia prima per i lavori di manutenzione all’acquedotto da parte di Bim Gsp. Ma già domattina, dalle 8, sarà sospesa l’erogazione nelle vie De Min e Segato; in galleria Caffi e in piazzale della Stazione.
Mercoledì i privati cittadini potranno rifornirsi alle autobotti predisposte in piazza dei Martiri e in piazza Duomo con la loro brava tanica o magari il bottiglione. Ma chi sta dietro il bancone di bar, ristoranti, pizzerie o ancora di un albergo potrebbe anche decidere di chiudere il locale e arrivederci a giovedì. Per non parlare di barbieri e parrucchiere, un’altra categoria che con l’acqua ci lavora a ogni shampoo, ogni rasatura.
Chi sta seriamente pensando di chiudere sono ristoratori e albergatori. Il titolare del delle Alpi, Roberto De Zanet, consulta la mappa sul link apposito di Gsp e, quando scopre di essere compreso nel disservizio, ha un gesto di sconforto: «Non posso fare altro che chiudere e disdettare le prenotazioni al ristorante che avevo. A parte il fatto che non ci si siede più a tavola a mezzogiorno, come una volta, è soprattutto la cena il problema. Avevo una tavolata molto importante, ma non sono in grado di garantirla ai commensali. Ho le celle frigorifere con refrigerazione ad acqua, ma sarà impossibile anche solo preparare e servire un caffè espresso dopo una certa ora. Per non parlare delle camere dell’hotel, dove i nostri ospiti non potranno lavarsi nel pomeriggio e chissà fino a quando».
Non è precisato quando finiscono i lavori. La speranza degli utenti è che nessuno si sogni di fare degli straordinari. Nei bar, un po’ ci si arrangerà con l’acqua minerale e i bicchieri di carta, per il resto cibi e bevande preconfezionate: «Meno male che fino alle 14 potremo contare sulla clientela degli uffici qui intorno», sospira Roberto Bianchini del bar San Martino, «del resto, i lavori bisogna per forza eseguirli, per evitare di dover affrontare problemi maggiori più avanti. La verità è che di alternative davvero non ce ne sono».
Nemmeno per i parrucchieri per uomo o donna. Monica Caronno ha rilevato da un paio di settimane appena l’attività della storia barberia Lai, in via Sant’Andrea: «Vedrò come regolarmi. Potrei raccomandare ai clienti di farsi lo shampoo a casa e provvedere solo al taglio o alla piega, ma non è un’operazione semplice. Li contatterò per capire le loro esigenze e cercherò di venir loro incontro il più possibile. Non posso certo pensare di rifornirmi al rubinetto dell’autobotte».
Può essere un guaio anche per i gelatai, che con l’acqua ci confezionano il loro prodotto e sono molto ricercati, visto il caldo africano che fa: «Quel giorno il gelato non si potrà fare, su questo non ci sono dubbi», allarga le braccia Daniel Dalle Ceste della Novecento, in piazza dei Martiri, «ma dovremmo riuscire a gestire la situazione in qualche maniera, premesso che fortunamente sarà soltanto un disagio temporaneo».
L’impasto della pizza senza acqua non è nemmeno pensabile che sia fattibile: «Sicuramente», garantisce Antonio Acampora del Galì di via Caffi, «ma non è solo quello, naturalmente. Ci sono le lavastoviglie da far funzionare e tutta una serie di altre cose. Valutiamo in queste ore cosa sarà opportuno fare, con la speranza di poter comunque fornire un servizio all’altezza alla nostra clientela».