Il premier chiude al taglio dell’Iva, pensioni verso l’aumento del 2%
Il decreto Aiuti-bis in Consiglio dei ministri a metà settimana. Per Draghi e il Tesoro la riduzione dell’imposta è inefficace
Il taglio dell’Iva sul carrello della spesa non ci sarà. La misura, salvo ripensamenti delle prossime ore, non entrerà nel decreto Aiuti bis che il governo dimissionario di Mario Draghi dovrebbe licenziare nel Consiglio dei ministri della settimana che verrà, tra mercoledì e giovedì. Da Palazzo Chigi e dal Tesoro parlano di norma accantonata. Troppo divisiva per i partiti che sono entrati già nel vivo della campagna elettorale. Ieri sono tornati a contendersela la Lega di Matteo Salvini e Insieme per il futuro, la nuova creatura di Luigi Di Maio, a cui ha aderito anche Laura Castelli, ex grillina e viceministra dell’Economia, che da giorni evoca il taglio.
L’abbattimento della tassa sui generi alimentari però la chiedono pure tutte le associazioni del commercio, la grande distribuzione, le industrie di marca e la Cisl (mentre Cgil e Uil sono contrarie). A quanto pare, però, il presidente del Consiglio e il ministro del Tesoro Daniele Franco sono poco convinti dell’efficacia del taglio dell’Iva. Come è noto, Draghi, in questa fase, vorrebbe puntare su un criterio nelle scelte di politica economica, indicato anche da Banca d’Italia: ed è quello di privilegiare misure selettive, capaci anche di mantenere una progressività degli interventi, come aiuto ai redditi più bassi, i più colpiti dal caro energia, dalle conseguenze dell’inflazione, della siccità record di questa estate e dal perdurare della diffusione del Covid.
Se ci sarà la possibilità, i capidelegazione dei partiti potrebbero discuterne in una cabina di regia che il premier non esclude di convocare prima del Cdm. Il disegno del decreto però sta prendendo forma. E di certo non ci sono solo le risorse disponibili, 14,3 miliardi di euro (da cui però andranno detratti i 2-3 miliardi anticipati nei mesi scorsi dai ministeri per finanziare i precedenti tagli delle bollette). Ma anche, ormai, le misure portanti emerse negli incontri del governo con le parti sociali.
In particolare il «menù» prevede la proroga degli sconti fiscali sui carburanti (il taglio di 30 centesimi in vigore sino al 21 agosto verrà prorogato per alcuni mesi), un nuovo taglio del cuneo contributivo per i lavoratori, l’anticipo dell’indicizzazione delle pensioni, il bonus da 200 euro esteso a quelle categorie che non lo avevano percepito a luglio come braccianti, stagionali dello spettacolo e precari della scuola ed il rinnovo dei crediti di imposta per le imprese.
Il nuovo intervento sugli sgravi contributivi per i lavoratori si aggiunge al taglio dei contributi sociali per i redditi fino a 35 mila euro già previsto con la legge di Bilancio 2022 (e pari a 0,8%). Non è stata ancora definita l’entità di questo ulteriore sconto, indicativamente si ragiona però su un altro 1%, un taglio significativo (e per questo apprezzato dai sindacati) che contribuirà a rafforzare la decontribuzione e rendere ancora più pesanti le buste paga. Lo sgravio entrerà immediatamente in vigore a luglio e durerà sino a fine anno.
Un altro intervento significativo riguarderà le pensioni per le quali - come detto - nella seconda parte dell’anno è previsto un anticipo della rivalutazione che altrimenti scatterebbe a gennaio. La rivalutazione, nell’ordine del 2% (in attesa di definire a fine anno il valore ufficiale del costo della vita) dovrebbe riguardare tutti gli assegni ed entrare in vigore da luglio, anziché gli ultimi 3-4 mesi dell’anno come era stato ipotizzato sino a ieri.
C’è poi l’impegno a sostenere gli enti pubblici del settore sanitario, comuni, città metropolitane per fronteggiare l’emergenza energetica con atri fondi. Una quota di risorse sarà poi destinata a fronteggiare i danni della siccità. Non pervenuta, invece, la richiesta avanzata l’altro giorno da Cgil, Cisl e Uil di aumentare la tassa sugli extraprofitti delle imprese energetiche ed estenderla alle multinazionali delle logistica e dell’economia digitale. Nei loro piani, con queste nuove risorse, si potrebbero infatti mettere in campo interventi ancor più sostanziosi a favore delle famiglie.