Fondi di confine, De Menech: tanti progetti bellunesi utili ai trentini
Abbiamo realizzato tanti progetti utili anche al territorio trentino. Mentalità aperta e modalità costruttiva hanno sempre ispirato l’attività del Fondo Comuni Confinanti». Roger De Menech, già deputato del Partito Democratico, è stato il presidente del Fondo più longevo, con sei anni di impegno nell’arco di due mandati. Secondo De Menech l’attacco da parte trentina, ma anche talune reazioni bellunesi, si collocano a grande distanza dallo spirito dell’accordo che generò il Fondo stesso: «Credo che sia stato fatto un discorso abbastanza miope. Se vogliamo uno sviluppo armonico della montagna italiana, delle Alpi e delle Dolomiti, è impensabile che continuino ad esistere disparità tra territori.
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A prevalere dovrebbe essere il concetto di uniformità perché se tutti i territori dolomitici crescono, il vantaggio diventa evidente per tutti. Per un turista che viene da fuori non ci sono confini tra Trentino e Bellunese. Se vogliamo far crescere il turismo, la sostenibilità e la competitività del territorio sulla base delle sue specificità dobbiamo fare un ragionamento più alto», esorta De Menech. «Dovremmo puntare a una grande regione dolomitica omogenea. È a quello che serve il Fondo, è per tutti questi motivi che è nato. Polemiche e battaglie di qua e di là del confine e dentro ai territori stessi sono inutili. Abbiamo tutti delle difficoltà e riusciremo a superarle solo se le affrontiamo insieme».
De Menech torna poi alle rivendicazioni dei trentini: «Insieme abbiamo fatto tanti progetti. Cito solo i più importanti: gli interventi agli ospedali di Feltre e Lamon (oltre 10 milioni di euro) e la galleria della Pala Rossa (circa 25 milioni). Gli abitanti del Primiero, per una questione di vicinanza, vengono a curarsi nei nostri ospedali, averli potenziati avvantaggia anche loro; così come la Pala Rossa agevola gli spostamenti degli studenti del primiero che vengono a fare le superiori a Feltre. A quei ragazzi e a quelle persone ammalate non interessa se c’è un confine, vogliono servizi migliori più vicini possibili».
De Menech ricorda anche il progetto, ancora non realizzato del collegamento sciistico tra il Comelico e Sesto in Pusteria: «Se il comprensorio sciistico della zona si amplia fa piacere e porta vantaggio anche a Sesto. Insomma, secondo me ci sono tutti i margini per continuare il percorso del Fondo, ragionando di area vasta».
Nel frattempo l’attuale presidente del Fondo, Dario Bond, si prepara al passaggio di consegne: «Andrò a Roma con il resoconto finale dell’attività svolta appena il ministro Calderoli sarà pronto a ricevermi e non mancherò di spiegargli l’importanza che ha il fondo per i nostri territori. Ma secondo me non ce n’è bisogno, lui è il padre di quell’accordo, sa bene come stanno le cose. Gli parlerò anche della questione Olimpiadi e della necessità di incrementare le risorse. Il fermento in Trentino c’è, ma vanno modificate una norma di rango costituzionale e lo Statuto provinciale, non sono passaggi che si fanno in due giorni». Sullo sfondo, tuttavia, ci sono le elezioni trentine ormai prossime e questo rimane sicuramente un argomento da campagna elettorale.