Immigrazione, da gennaio 8 mila arrivi nei centri di accoglienza. Sono oltre 4 mila 300 profughi in regione
UDINE. Da gennaio, seguendo la rotta balcanica, 8 mila migranti sono già arrivati in Friuli Venezia Giulia.
Un terzo del numero complessivo registrato lo scorso anno, quando, seguendo la rotta balcanica, sono giunti in regione 19 mila profughi. Quest’anno i flussi sono aumentati sopratutto tra gennaio e febbraio, due mesi che solitamente registravano un calo.
Un dato per tutti: a fronte di 360 arrivi rilevati a gennaio 2022, nello stesso mese del 2023 in Friuli Venezia Giulia si sono fermati 1.300 migranti.
Le strutture sono sature e solo a Udine circa 40 richiedenti asilo politico sono in attesa di poter accedere.
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I numeri
Nei centri di accoglienza non c’è più posto, a Udine nell’ex caserma Cavarzerani si contano 540 persone, per lo più afghani e pakistani.
Fanno parte dei 4.122 migranti presenti nei centri di accoglienza in Friuli Venezia Giulia – il dato disponibile sul sito del Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del Ministero dell’interno è aggiornato al 15 giugno – ai quali vanno aggiunti i 236 accolti attraverso i sei progetti attivati nell’ambito del Sistema di accoglienza e integrazione (Sia).
Complessivamente, quindi, nei centri di accoglienza e nelle strutture disponibili sul territorio, sono presenti 4 mila 358 persone. «Da un paio di settimane il numero è stabile, abbiamo raggiunto la soglia che ci siamo dati.
Al momento siamo saturi, poche persone riescono a ricollocarsi» spiega il prefetto, Massimo Marchesiello, nel confermare di avere 40 migranti in lista d’attesa. Sono persone che hanno già inoltrato la domanda di asilo politico.
«I profughi continuano ad arrivare, ma poche persone riescono a ricollocarsi» ripete il prefetto nel garantire l’assenza di emergenze sul territorio anche se non può escludere che qualcuno, non trovando posto in struttura, non bivacchi da qualche parte. Va detto, però, che quando
Accoglienza diffusa
Venuta meno l’accoglienza diffusa nella maggior parte dei comuni, la Caritas diocesana di Udine, in occasione della Giornata del rifugiato, si sofferma «sull’accoglienza più virtuosa, quella della rete del Sai, costituita dagli enti locali che per la realizzazione di progetti di accoglienza integrata accedono al Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo.
A livello territoriale gli enti locali, con il supporto delle realtà del terzo settore, garantiscono interventi di accoglienza integrata che, oltre ad assicurare servizi di vitto e alloggio, prevedono anche misure di informazione, accompagnamento, assistenza e orientamento, attraverso la costruzione di percorsi individuali di inserimento socio-economico».
Come detto i progetti Sai sono solo sei e mettono a disposizione 268 posti. A questi dovrebbero aggiungersi i 52 posti disponibili nel comune di Udine.
Il condizionale è d’obbligo perché la giunta di centrosinistra è andata in controtendenza rispetto alla scelta fatta dall’esecutivo guidato dall’ex sindaco Pietro Fontanini. Appena insediato, il nuovo sindaco, Alberto Felice De Toni, ha ufficializzato la decisione della giunta chiedendo al Ministero dell’interno di «riavviare l’attività di accoglienza nell’ambito della rete nazionale».
Con la stessa Pec il sindaco ha chiesto di riavviare, in via eccezionale, il progetto Sai del Comune di Udine e di accedere ai finanziamenti previsti dalle vigenti normative per l’attuazione dello stesso».
Avendo trasmesso la missiva fuori tempo massimo, perché in assenza di rinnovo il progetto si è realmente concluso lo scorso 11 aprile.
La neo Giunta di palazzo D’Aronco si è espressa il 31 maggio, fuori termine: «Siamo in attesa di sapere se il Ministero ha accolto la nostra richiesta» conferma l’assessore comunale ai Servizi sociali, Stefano Gasparin, auspicando di poter riallacciare quanto prima le file dell’accoglienza diffusa, ritenendolo un servizio indispensabile sul territorio.
Al momento in provincia di Udine sono attivi due progetti Sia, a Cividale e a Tolmezzo, per un totale di 65 posti gestiti dalla Caritas diocesana. «In regione i progetti in essere sono solo sei, per 268 posti.
Due in provincia di Udine: il primo nei comuni dell’Ambito territoriale di Cividale, con 50 posti (10 per l’emergenza Ucraina), dove lo scorso anno sono stati accolti 75 migranti, 21 donne e 54 uomini, provenienti da Afghanistan, Pakistan e Ucraina, ma anche da Iraq, Iran, Nigeria, Marocco e Angola.
Nei 15 posti attivati nel comune di Tolmezzo, invece, sempre nel 2022, hanno trovato spazio 11 donne e 14 uomini. Gli altri 203 posti sono distribuiti sul territorio regionale.