Ivrea, il lago Sirio raffigurato in sala parto: «Immagini di acqua e natura per diminuire lo stress»
foto da Quotidiani locali
IVREA. Il lago Sirio in sala parto. È raffigurato in una parete, un wall paper a muro sterilizzabile, adatto e specifico per essere piazzato in locali sanitari. Il direttore della struttura complessa di ostetricia e ginegologia, Fabrizio Bogliatto, che guida anche il dipartimento materno infantile, racconta di come voleva utilizzare l’elemento acqua in sala parto per contribuire a creare un ambiente distensivo e il più naturale possibile nel momento della nascita di una nuova vita. «Nella stanza Aurora - dice - arredata come una camera da letto di casa, in una parete sono raffigurati gli alberi. Per un’altra sala parto volevamo utilizzare l’elemento acqua e allora abbiamo pensato: perché non portare in ospedale l’immagine del lago Sirio, così vicino a noi e così conosciuto e vissuto?». Detto, fatto. «Questo allestimento – aggiunge Bogliatto – rientra nel progetto di umanizzazione delle cure. L’immagine dell’acqua, con la luce blu, ha effetti rilassanti nei momenti di stress. Insieme alla musica, consente di creare un ambiente dove si diminuisce l’ansia».
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Anche il wall paper per la sala parto rientra tra i lavori sostenuti da alcuni mecenati e sponsor «che ci hanno consentito di migliorare notevolmente l’ambiente e che noi ringraziamo». Le caratteristiche del reparto, con i servizi, li riassume direttamente Bogliatto: «Tre sale parto, due per il parto attivo con luci biodinamiche, musicoterapia, aromaterapia e una sala medicalizzata per le nascite a elevata complessità. Possiamo contare su una sala operatoria dedicata all'interno del blocco parto». L’analgesia nel parto viene praticata con protossido di azoto ed epidurale nell’arco delle 24 ore. Nelle scorse settimane è partito anche quello che viene definito cesareo dolce. In cosa consiste? «In un’estrazione del feto più lenta, le luci basse, la musica. Il bambino vine dato subito alla mamma e in sala operatoria può restare anche il papà». Il papà (o una persona di fiducia) può assistere in generale al travaglio e restare in reparto tra le 11 e le 21. È possibile anche la donazione del sangue cordonale e attivato, se richiesto, un percorso psicologico, una valutazione del pavimento pelvico e, per quando si torna casa, c’è un percorso di presa in carico territoriale.
Sul fronte scientifico, c’è una ulteriore novità. È stata aperta la possibilità di una nuova valutazione del profilo biofisico materno fetale. «Si tratta di un monitoraggio che viene fatto insieme al cardiologo – spiega Bogliatto -. E sulla cardiotocografia in travaglio abbiamo anche organizzato un evento molto partecipato al Bioindustry park di Colleretto Giacosa».
Il professor Tullio Ghi, ordinario della clinica ostetrica di Parma, ha illustrato questo approccio innovativo all’interpretazione del tracciato cardiotocografico intrapartum, inizialmente proposta dal gruppo del St George’s hospital di Londra e che ha portato a una recente produzione di linee guida internazionali dedicate basate sulla fisiologia del feto portando una riduzione in sicurezza del tasso dei tagli cesarei. All’evento hanno partecipato 12 direttori di strutture da tutto il Piemonte e 150 tra medici e ostetriche sulla lettura del tracciato. «Sono stati presentati diversi casi concreti – conclude Bogliatto – ed è stata una iniziativa molto interessante». Proprio l’utilizzo integrato delle conoscenze cardiologiche e ostetriche della struttura di ostetricia e di cardiologia guidata da Walter Grosso Marra ha portato alla pubblicazione sulla rivista International Journal of Cardiology di un articolo che rappresenta la sistematizzazione dell’attività integrata ginecologo/cardiologo nella gestione delle donne gravide affette da ipertensione.