Tangenti per la Rsa di Santa Maria di Sala: 4 anni all’ex sindaco Fragomeni
Con i quattro patteggiamenti approvati lunedì 20 maggio - a partire da quello a quattro anni di reclusione per l’ex sindaco di Santa Maria di Sala, Nicola Fragomeni - la giudice per le udienze preliminari Daniela Defazio ha fissato il primo punto fermo processuale dell’inchiesta sul presunto scambio di tangenti, in cambio di passaggi di destinazione d’uso di terreni da agricoli ad edificabili, grazie ai favori di quelli che la pubblico ministero Federica Baccaglini ha ritenuto un’associazione per delinquere, composta da alcuni “fedelissimi” dell’ex sindaco Fragomeni, che quando venne arrestato era presidente del Consiglio comunale, eletto nelle liste di Coraggio Italia.
Lunedì, infatti, la giudice Defazio ha convalidato l’accordo sulle pene raggiunto tra la pm Baccaglini e quattro difese.
Sono così quattro -si diceva - gli anni di reclusione per l’ex sindaco di Santa Maria di Sala, Nicola Fragomeni, difeso dall’avvocato Renzo Fogliata, nell’ambito dell’inchiesta che ha avuto al centro gli affari immobiliari dell’ex sindaco e dei suoi (presunti) complici, che avevano trasformato gli impegni pubblici in una sorta di agenzia privata, mediando al bar o al ristorante tra chi cercava di vendere un terreno e chi di comprarne uno da edificare: 100 mila euro chiesti di qua - è l’accusa della Procura - 30 mila di là, il 3% su un’altra compravendita. E, poi, nel caso dell’ex sindaco anche l’accusa di abuso d’ufficio, per aver piazzato a Comuni e aziende pubbliche migliaia di mascherine anti-Covid nei tempi dell’emergenza, favorendo così l’azienda dei suoi familiari (coimputati), la Fragomeni Group.
Lunedì, la giudice Defazio, l’avvocato Luigino Martellato e la Procura hanno formalizzato anche l’accordo sulla pena per l’ex consigliere comunale Ugo Zamengo (tre per lui) e i due anni per l’ex dirigente dell’Edilizia privata del Comune, Carlo Pajaro. Tra i patteggiamenti minori, anche quello della moglie di Fragomeni Sabina Giacomin (avvocato Francesca Montagna), a un anno di reclusione per la spesa (insieme al consorte) di 500 buoni del Comune destinati alle famiglie bisognose. Il Comune di Santa Maria di Sala (con l’avvocato Rampinelli) è stato risarcito con accordi riservati di qualche decina di migliaia di euro. Non da Fragomeni.
Udienza rinviata al 5 giugno, invece, per decidere sul rinvio a giudizio o eventuali richieste di rito abbreviato degli altri imputati. Con una premessa: la gup dovrà decidere su un’istanza presentata dall’avvocato Stocco che contesta la validità di alcune intercettazioni con il Trojan inserito nel cellulare dell’architetto Marcello Carraro, (per l’accusa parte dell’associazione, per la difesa solo un esperto architetto), intercettazioni la cui proroga - a dire della difesa - non sarebbe stata autorizzata dal gup e andrebbero stralciate.
L’udienza è stata rinviata al 5 giugno, quando la giudice deciderà sull’istanza e poi sui rinvii a giudizio e su eventuali riti alternativi richiesti da alcune parti. Carraro ha già detto che vorrà difendersi in aula. Tra gli altri indagati ci sono gli imprenditori Mauro Cazzaro (difeso dall’avvocato De Toni) e Maurizio Camporese (di Trebaseleghe e Borgoricco), che a Santa Maria di Sala volevano realizzare una Rsa per anziani, ma si sono dichiarati estranei a qualsiasi scambio di danaro. E poi proprietari terrieri pronti a pagare la “gabella” e parenti dell’ex sindaco e impegnati nella Fragomeni Group, che si sarebbe avvantaggiata di tutti i contatti dell’ex primo cittadino per vendere mascherine anti-Covid.
Alcune difese potrebbero però sollevare l’incompatibilità della giudice Defazio dopo i patteggiamenti e il fascicolo potrebbe passare di mano.