‘The substance’ è un manifesto sul femminismo
Un uovo. O due?
Un uomo. O soltanto uomini?
Gli uomini qui sono al controllo di tutto e sono vecchi, insopportabili, bavosi.
Le donne? Ci sono, certo, ma tutte rigorosamente seminude, giovani, atte esclusivamente ad intrattenere e solleticare i maschi alfa in persona e tutti gli altri da uno schermo.
Grandangolo d’autore e macro a go go, come le tette e i culi che riempiono gli occhi.
È un film femminista, The Substance? O forse è
ANTIFEMMINISTA!?
Di certo, lo ha girato una donna e pure molto brava, Coralie Fargeat, innamorata del cinema, come si capisce dai continui omaggi/citazioni di cui costella il suo splendido film: Kubrick, innanzitutto, ma anche De Palma, Hitchcock, Lynch, Carpenter e chissà quanti ne ho mancati…
La tesi: una donna a 50 anni è da buttare? Per lo show business senz’altro. La sua stella si appanna, si spacca, si sgretola, si sporca. No, non brilla più, neanche se si trova incastonata nella Hall of Fame. Ecco perché. Ecco perché serve the Substance. Ma anche questa misteriosa sostanza è inoculata (nella testa, prima che nelle vene), fornita, gestita sempre da un uomo. Senza volto, ma si capisce. E’
“LUI”
E se vi state chiedendo il perché di questi caratteri giganti, allora dovrete proprio vederlo questo film che non è un film, è un manifesto, una comunicazione assoluta che trasmette immagini, musica, GRAFICA! Denuncia alla carta vetrata di quello che la modernità ha inoculato nella testa delle persone, delle femmine soprattutto. Sii bella, sii affascinate, sii desiderabile.
Ma è proprio la sostanza l’unica cosa a mancare in questo tipo di società.
L’unica cosa che conta per il successo è l’apparenza.
Demi Moore e la sua alias, Margareth Qualley, sono (è) sole (a) con se stessa in un mondo di maschi crudeli, disinteressati a tutto se non alla bellezza esteriore e chissenefrega cosa c’è dentro una donna (ah, ha anche un cervello?). Fischieranno le orecchie alla ottuagenaria Jane Fonda? Dennis Quaid è perfetto come prototipo del vecchio maiale che neanche ci prova a scoparti ma si capisce che lo è da come trangugia la sua interminabile insalata di gamberoni.
Vertigine (Vertigo) di femminismo che viene cassata dalla completa assenza di spirito critico della donna e del suo doppio, dalla voglia di compiacere il maschio e il mondo, di rimanere giovane per sempre e per sempre desiderata, cercata, voluta, ottenuta. Di chi è la colpa? Della donna che ha cercato una scappatoia dalla vecchiaia nella sostanza o di chi ha tolto ogni sostanza alla vita della donna?
Oscar Wilde se la riderà dalla sua monumentale tomba nel Pere Lachaise nel vedere che la fine di questa povera, derelitta aspirante Dorian è molto, molto più grigia di quella che egli stesso avrebbe potuto mai immaginare. Neanche se lo avesse aiutato Mary Shelley in persona.
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