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Август
2025

Leoncavallo, finalmente: chiuso il centro sociale dopo 31 anni, 14 governi, 4 papi e 133 tentativi di sgombero

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A Milano l’ora legale è scattata poco prima delle 8 del 21 agosto 2025: è l’ora in cui è iniziato lo sgombero del Leoncavallo, centro sociale simbolo dell’estrema sinistra milanese, ma soprattutto dell’illegalità. Un’illegalità che durava da esattamente 31 anni: per la cronaca, nel frattempo sono passati 14 governi, quattro papi e ben 133 tentativi falliti di sgombero. Un record di illegalità nella storia d’Italia e, probabilmente, un poco invidiabile primato tra le nazioni occidentali.

31 anni, 14 governi, 4 papi, 133 tentativi di sgombero

Lo storico centro sociale fondato a Milano nel 1975 in via Leoncavallo, venne sgomberato nel 1994, anche il quel caso ad agosto, esattamente il 15. Poco dopo gli occupanti ‘traslocarono’ abusivamente nell’attuale sede di via Watteau. Lo sfratto era stato nuovamente notificato per il 9 settembre. Le autorità hanno però deciso negli ultimi giorni di anticipare ad oggi, quando le operazioni sono iniziate intorno alle 7.30.

All’interno degli spazi del Leoncavallo, le forze dell’ordine non hanno trovato persone. All’ispezione, fanno sapere le agenzie, ha partecipato l’ufficiale giudiziario e l’avvocato della proprietà, l’immobiliare Orologio della famiglia Cabassi. La Corte d’appello di Milano aveva condannato il ministero dell’Interno a versare tre milioni di euro a Orologio per il mancato sgombero degli scorsi anni e a sua volta il Viminale ha chiesto un risarcimento a Marina Boer, la presidente dell’associazione Mamme del Leoncavallo. Solo pochi giorni fa il Leonka aveva avviato una raccolta fondi per resistere all’interno della struttura.

Tra i primi a commentare lo sgombero, Matteo Salvini su X. “Decenni di illegalità tollerata, e più volte sostenuta, dalla sinistra: ora finalmente si cambia. La legge è uguale per tutti: afuera!”, scrive il ministro dei Trasporti.

Osnato: finisce una delle pagine più tristi per Milano

“L’avvio dello sgombero del Leoncavallo è un’ottima notizia, di cui siamo grati al ministro Piantedosi e al prefetto Sgaraglia. Finalmente può essere restituito ai legittimi proprietari, dunque a un uso effettivamente più appropriato, un edificio che purtroppo era diventato il simbolo dell’illegalità, del degrado, della propaganda di pericolose idee anti-sociali”, dichiara Marco Osnato, deputato milanese di Fratelli d’Italia, commentando lo sfratto dell’immobile di via Watteau occupato dal 1994.

“Dopo anni di tentativi andati a vuoto a causa delle prevaricazioni degli antagonisti e della complicità di una certa sinistra delle istituzioni, in quell’area della città tornano l’ordine pubblico e il rispetto delle regole”, prosegue l’esponente di FdI. “Finisce così una delle pagine più tristi di violenza e sopraffazione nella nostra Milano, che ahinoi durava da decenni, per lasciare spazio a un’era nuova di confronto democratico e sviluppo”, conclude Osnato.

La sinistra protesta: “Il Leoncavallo andava lasciato occupato”

Da sinistra arrivano invece proteste accorate.  “Non un centro sociale qualunque: un presidio culturale, politico, umano. Un luogo che da cinquant’anni dà voce a chi non ne ha, che ha curato ferite sociali che le istituzioni hanno spesso ignorato”, sostiene Marco Grimaldi di Alleanza Verdi e Sinistra. “Oggi – prosegue il vicecapogruppo dei deputati rossoverdi – mentre le forze dell’ordine presidiano via Watteau, si consuma l’ennesimo atto di violenza immobiliare. La nostra totale solidarietà al Leoncavallo. Non ci stiamo a vedere Milano svuotata di senso, ridotta – conclude Grimaldi – a vetrina per turisti e speculatori”. Dal partito che ha candidato l’occupatrice di case Ilaria Salis all’Europarlamento, non ci si poteva aspettare un commento diverso.

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