Achille Lonati: «Pronto per gli Usa». In campo con i giovani più forti
GROPELLO CAIROLI. Dopo un’altra medaglia ottenuta con l’Italia all’Eurobasket U18, la terza se si considerano quelle portate a casa all’Europeo U16 nel 2023 (argento) e al Mondiale U17 nel 2024 (argento), Achille Lonati è pronto al grande salto in America.
Il talento classe 2007 di Gropello Cairoli ha chiuso con un bronzo una stagione lunghissima, parecchio soddisfacente in quanto a risultati: con la sua Olimpia Milano ha raggiunto il primo posto alle LBA Next Gen e alle Finali Nazionali U19, agguantando anche due secondi posti alla Euroleague Next Gen e alle Next Gen Finals di Abu Dhabi. Achille partirà sabato per gli Stati Uniti, iniziando così un nuovo capitolo della sua carriera cestistica, questa volta al college di St. Bonaventure (Allegany, New York) in Ncaa (Division I). Achille, hai ottenuto un’altra medaglia con la nazionale.
Ti aspettavi di raggiungere il bronzo?
«Eravamo consapevoli delle assenze importanti nel roster. Onestamente, ad inizio ritiro, non ero troppo fiducioso sul risultato finale, ma il gruppo, pur cambiato in parte rispetto agli anni scorsi, si è compattato e ci siamo trovati bene insieme: si è creata nuovamente una grande chimica e il risultato si è visto. Ci siamo divertiti come dei pazzi anche fuori dal campo, si sono create grandi amicizie e credo sia stata questa la chiave per vincere».
Il vostro percorso all’Europeo è iniziato con la vittoria del girone.
«Prima di Eurobasket avevamo vinto due amichevoli contro il Belgio, ma ne avevamo perse altrettante contro la Slovenia e qualche dubbio è sorto in noi. La prima vittoria all’Europeo contro la Germania ci ha però dato la spinta necessaria per battere anche Bulgaria e Israele, chiudendo in prima posizione il raggruppamento, utile per avere un miglior piazzamento in vista della fase ad eliminazione diretta».
E poi, dopo il successo contro l’Austria agli ottavi, l’impresa ai danni della Serbia.
«È stata davvero una grande soddisfazione. L’approccio alla partita è stato ottimo e siamo rimasti sempre uniti, quello ha fatto la differenza. Peccato poi non aver battuto la Spagna in semifinale, ma alla fine è arrivato il bronzo».
A tal proposito, cosa non ha funzionato contro gli spagnoli?
«Nel primo tempo siamo stati sempre sopra, ma la Spagna ha dimostrato ancora una volta di non mollare mai. Hanno giocato con una lucidità pazzesca, è come se non sentissero la pressione: hanno giocatori incredibili, Del Pino su tutti. Era stato lui, peraltro, a farci perdere la finale all’Europeo U16. Noi abbiamo smesso di giocare insieme ad un certo punto e non siamo più riusciti a rientrare».
Oltre al citato Del Pino, quale altro giocatore ti ha impressionato ad Eurobasket?
«Bene o male li conoscevo già tutti, ma sicuramente mi ha impressionato ancora Pavle Backo, il centro serbo. Tecnicamente è mostruoso, è una sorta di mini-Jokic. Ha un tocco che non si vede spesso».
Un aneddoto extra-campo?
«Tutte le sere ci trovavamo nella camera del fisioterapista per le terapie necessarie. Eravamo nella sua suite a vedere la tv, guardando Temptations Island e programmi simili. Questo fa capire quanto fossimo uniti come gruppo».
E il rapporto con coach Sodini?
«“È un grande comunicatore. Tende a spronare e mai a criticare: a me, ad esempio, quando sbagliavo un tiro, diceva che avrei dovuto prendere il successivo con grande fiducia perché sono il miglior tiratore d’Europa. In sostanza, trovava i punti di forza di ciascuno e ci dava così la carica».
Che altri obiettivi ti sei prefissato con la nazionale?
«“Il sogno è quello di arrivare alla nazionale senior. Pensando a breve termine, sarebbe bello riuscire a portare a casa un oro con la futura U20, ma bisognerà capire come ci arriveremo e che gruppo ci sarà”. Ora l’America, l’avventura sta per cominciare. Sensazioni a caldo? “Sono elettrizzato, ma allo stesso tempo sarà un grande cambiamento e dunque provo anche un po’ di paura. È un mix di sensazioni, ma sono contento di uscire dalla mia comfort zone e confrontarmi con una nuova realtà».
Al college troverai anche un altro italiano, Andrew Osawaru Osasuyi.
«Sono felice perché mi dà un po’ di conforto avere in squadra un ragazzo che in parte già conosco, avendolo già affrontato nella stagione appena trascorsa. Non vedo l'ora di cominciare».
Fabio Sacchi
