Leoncavallo, sfrattato lo storico centro sociale dopo 31 anni. Il sindaco Sala: «Non sono stato avvisato, era un luogo con valore sociale». La destra esulta
MILANO. Sono iniziate questa mattina, intorno alle 7.30, le operazioni di sgombero dello storico centro sociale Leoncavallo, in via Watteau, con gli accessi all'area presidiati dalle forze dell'ordine. Lo sfratto, inizialmente notificato per il 9 settembre, è stato anticipato a oggi. Il Leoncavallo, fondato nel 1975 in via Leoncavallo e già sgomberato nel 1994, si era trasferito nell'attuale sede di via Watteau, nel quadrante Nord-Est della città. Nel corso degli anni, lo sfratto dell'immobile è stato rinviato più volte, fino alla condanna del Ministero dell'Interno a risarcire 3 milioni di euro ai proprietari, la famiglia Cabassi, per il mancato sgombero. A sua volta, il Viminale ha richiesto un risarcimento a Marina Boer, presidente dell'associazione Mamme del Leoncavallo. «È uno sfratto esecutivo. Avremo 30 giorni per trovare un accordo con la proprietà per prendere un po' di cose», hanno dichiarato le Mamme del Leoncavallo, mentre l'associazione cerca di fare il punto della situazione. «Di certo il Leoncavallo è andato», hanno aggiunto, parlando di "una tragedia".
All'esterno del centro sociale si è formato un presidio spontaneo di cittadini di tutte le età. "Viva il Leoncavallo" e "Riprendiamocelo" sono alcuni degli slogan scanditi dagli attivisti e dai residenti presenti. Marina Boer ha commentato: «Certamente ci rivolgeremo alla città per avere un riscontro - ha detto -. Il modo in cui si è conclusa questa fase è molto triste e dolorosa e dà l'immagine della volontà di non dialogo». Nei mesi scorsi, l'associazione aveva presentato al Comune una manifestazione di interesse per un immobile in via San Dionigi, potenziale sede alternativa. La prefettura ha sottolineato che l'esecuzione dello sgombero «consentirà anche di evitare ulteriori azioni risarcitorie nei confronti dello Stato. L'immobile in questione era stato occupato senza titolo dal settembre 1994, e l'autorità giudiziaria aveva da tempo condannato gli occupanti a rilasciare l'immobile. Dal 2005 vi sono stati numerosi tentativi di accesso da parte dell'ufficiale giudiziario, risultati infruttuosi».
Sul caso sono intervenuti i vertici del Governo. Il leader della Lega e vicepremier Matteo Salvini ha scritto sui social: «Decenni di illegalità tollerata, e più volte sostenuta, dalla sinistra: ora finalmente si cambia. La legge è uguale per tutti: afuera!». Il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi ha dichiarato: »Lo sgombero del centro sociale Leoncavallo segna la fine di una lunga stagione di illegalità. Per trent'anni quell'immobile è stato occupato abusivamente… Oggi finalmente viene ristabilita la legalità». Anche la premier Giorgia Meloni ha commentato: «In uno Stato di diritto non possono esistere zone franche o sono sottratte alla legalità. Le occupazioni abusive sono un danno per la sicurezza, per i cittadini e per le comunità che rispettano le regole».
Dal Comune di Milano, il sindaco Giuseppe Sala ha espresso sorpresa per la tempistica dello sgombero: »Ieri ero a Palazzo Marino, impegnato in incontri di lavoro… L'intervento sul Leoncavallo era sì previsto, ma per il 9 settembre... A mio parere, questo centro sociale deve continuare a emettere cultura, chiaramente in un contesto di legalità». Le operazioni proseguiranno durante la giornata, con gli agenti impegnati nella messa in sicurezza dell'immobile e nella vigilanza dell'area circostante. Al momento dell'intervento, all'interno non era presente nessuno.
