A tutti noi può essere capitato di vedere i video caricati su YouTube, accompagnati da titoli del tipo: «Raccattapalle colpito in pieno durante la finale di Wimbledon» o «~ WIMBLEDON 2022 ~ Serena Williams sorprende la raccattapalle [3 emoji di palline da tennis]». Di solito, si tratta di sfortunati raccattapalle che si trovano sulla linea di tiro mentre Serena Williams o Rafael Nadal inviano un bolide in campo. Il pubblico si lamenta e subito dopo vediamo al rallentatore la pallina da tennis colpire lo sventurato Ball Boy o Girl (BBG), come vengono chiamati dal 2018 a Londra i raccattapalle.
A parte il suddetto rischio, quando ammiriamo questi ragazzi e ragazze sullo sfondo di un maestoso campo da tennis di Wimbledon pensiamo subito al privilegio di potere incontrare un grande campione e il loro ruolo sembra veramente facile. Si fanno qualche sana corsetta, prendono un po' di sole e alla fine regalano loro anche qualche prezioso souvenir e un bel paio di nuovi braccialetti da tennis. Il compito dei BBG è elementare almeno quanto l'ABC, verrebbe da dire facendo un istintivo gioco di parole.
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«In termini di candidature al ruolo di raccattapalle, quest'anno ne abbiamo avute 1500», afferma Sarah Goldson, responsabile del BBG ai The Championships di Wimbledon. Le domande provengono da un gruppo selezionato di scuole che hanno a disposizione un numero limitato di posti da assegnare dopo la prova finale annuale.
«Al test finale accedono meno di 300 candidati: alcune scuole ne hanno 100 e 10 posti da proporre, ma non c'è alcuna garanzia: quella scuola potrebbe non essere neppure selezionata. Noi ne prendiamo circa 170, quindi più di 100 non ce la faranno».
Il resto della squadra BBG, costituita in tutto da 250 persone, proviene da un gruppo noto come «recalls», ovvero coloro che sono stati richiamati dopo avere partecipato in passato ad almeno un torneo di Wimbledon. Anche loro devono sottoporsi a prove separate di selezione. «Chi ha partecipato a un torneo, magari anche a una finale, non ha alcuna garanzia di passare una seconda volta», avverte Goldson.
Si tratta di un percorso altamente selettivo per un ruolo difficile che richiede la massima concentrazione, scatto e una flessibilità esplosiva oltre all'abilità, poco apprezzata, di rimanere fermi mentre una pallina ti sfreccia davanti a una velocità che può raggiungere i 230 chilometri all'ora. Abbiamo chiesto a Goldson di spiegarci cosa rende un raccattapalle BBG perfetto e perché è impossibile competere con loro.
Velocità, resistenza e scatto
«La forma fisica è estremamente importante. Non è male riuscire a resistere per 15 minuti, ma noi cerchiamo persone che siano in grado di reggere a lungo lo sforzo.
Devono abituarsi ai movimenti di arresto e ripartenza: bisogna essere in grado di fermarsi dopo uno scatto, perché non si corre su lunghe distanze. I centri [i 'centri' sono i raccattapalle a rete, le 'basi' quelli dietro] devono garantire la loro resistenza in termini di velocità: non servono a nulla se riescono a scattare due volte a rete, due volte in campo, e poi sono esausti. Devono poter sostenere il gioco. Allo stesso modo, dobbiamo considerare il loro impatto sul campo. Non possiamo avere persone che si fermano o che trascinano i piedi quando fanno recuperano una pallina.
Inizialmente abbiamo ipotizzato di fargli indossare dei dispositivi per vedere quanti chilometri percorrono. L’ipotesi è che quelli al centro facciano un chilometraggio significativo perché si tratta di una zona di campo leggermente più ampia. I centrali sono ovviamente quelli che corrono di più. Se migliorano l’efficienza, però, possono ridurre il numero di volte in cui devono correre avanti e indietro.
Al torneo di Wimbledon, fanno un turno di un'ora e durante l'allenamento ci avviciniamo a questo tipo di rendimento. Ricordiamo loro che alcuni istruttori di un tempo stavano in campo per due ore, gestivano il tabellone ed erano solo in quattro, non in sei come oggi».
La disciplina è alla base di tutto
«Non è possibile riprodurre la presenza del pubblico, ma ci alleniamo senza tabellone; quindi, devono ascoltare l'arbitro in ogni momento. L'anno scorso non abbiamo usato il tabellone perché altrimenti si distraevano. Se ascolti solo l'arbitro, devi concentrarti veramente al massimo.
Ritengo che la difficoltà per le basi, oltre allo stare ferme, sia l'impossibilità di muovere la testa. Possono muovere gli occhi, ma nelle fasi iniziali dell'allenamento girano sempre la testa per guardare il giocatore. Man mano che migliorano, la loro visione diventa più ampia e riescono a scannerizzare letteralmente il campo.
All'inizio gli allenamenti sono piuttosto rigorosi: ricevere la pallina in linea con il palo, le punte dei piedi in linea con la linea di fondo. A noi, però, interessa discostarci da questi principi in modo da renderli il più possibile naturali. Devono sapere la posizione della pallina, perciò nelle squadre migliori di BBG si cercherà di individuare il punto in cui si trova, mentre questa si è già fermata all'altra estremità. Sanno già che quella base ha una pallina, sono già dall'altra parte per raccoglierla e sanno che quella persona ne ha solo due. In ogni momento, devono sapere dove si trovano tutte e sei le palline e questo permette loro di muoversi in modo più efficiente e di ridurre il chilometraggio.
Il lavoro di squadra è fondamentale. Si mischiano candidati di svariate scuole e alcune hanno solo una persona in diverse fasce d'età. Quindi devono essere tutti molto versatili. La fiducia tra di loro cresce anche se sono persone completamente diverse le une dalle altre».
Il movimento è tutto
«La cosa più importante per me, a parte la disciplina, è il movimento. La maggior parte del nostro allenamento si svolge su campi al coperto. Di solito i ragazzi hanno solo pochi momenti sull'erba prima di arrivare sui campi da gioco e sono sorpresi dalla lentezza con cui si muove la pallina.
Di solito sono quelli che non hanno abbastanza sicurezza nell'esecuzione del proprio movimento all'indietro e nel controllo del tempo a perdere il posto. Non si perde il lavoro dopo una settimana scarsa, ma loro vengono valutati in continuazione.
Come in ogni altra disciplina sportiva, se ci si impegna a metà non si ottiene nulla di buono. Devono avere la fiducia necessaria per continuare a giocare, di tanto in tanto uno di loro lancia una pallina e la fa volare in aria, altrimenti si inibiscono e la situazione non fa che peggiorare.
La gente dà per scontato che sia facile, ma in realtà è un'abilità difficile. La regola base è che possono avere solo una pallina in mano e devono fare un passo in avanti con il piede opposto. A parte questo, si vedono tecniche diverse: alcuni si spostano lateralmente, altri hanno polsi molto flessibili che permettono loro di girare letteralmente la palla con un backswing minimo, altri ancora hanno un backswing davvero notevole come se stessero giocando a baseball».
Alta moda, alte prestazioni
Questo è il 17° anno consecutivo che Polo Ralph Lauren è il fornitore ufficiale del torneo di Wimbledon, con le sue nuove uniformi BBG incentrate sia sulle prestazioni tecniche, sia sull'estetica.
«Il kit è un grande punto di orgoglio. I richiamati spesso chiedono se quest'anno c'è un look nuovo. Quando arriva il momento, sono piuttosto sorpresi dalla quantità di kit che ricevono: tutti i braccialetti, le bottigliette d'acqua e altre cose di cui si dimenticano.
Lo stile è più performante. Tutto questo si è evoluto: gli short, i pantaloncini e così via. Non solo devono avere un aspetto gradevole, ovviamente, ma essere comodi in termini di movimento e di comfort in campo. Tutti sembrano estremamente soddisfatti».
Sicurezza e orgoglio
«La postura è un aspetto importante. Alcuni ne hanno una davvero perfetta al loro arrivo e dominano il loro spazio. Altri invece hanno bisogno di un po' di tempo per acquisire sicurezza. Parliamo sempre di presenza, cioè di avere una postura sicura e di stare in piedi come se fossi in guardia con autorità, perché un giocatore deve guardarti e pensare: questa persona sa quello che fa.
Quindi, spalle indietro e petto in fuori. Alcuni di loro entrano in campo molto sicuri di sé, mentre altri a volte sembrano un po' nervosi. Sono tutti emozionati, immagino, ma alcuni ci mettono un po' a recitare la parte.
Tutti desiderano, ovviamente, entrare nel campo dove si gioca la finale, ma noi sottolineiamo loro che a Wimbledon non ci sono campi da gioco scadenti. Facciamo un briefing ogni mattina ai Championships. Mostriamo i cambi di palla e spesso si tratta di cambi che non si trovano sul Centre Court. Ci impegniamo a ricordare loro che si tratta di impegnarsi ovunque. Non si tratta solo del Centre Court: ogni campo è importante, ogni partita, ogni squadra. Ogni persona fa la sua parte in quello che facciamo alla fine».