Polina, la mamma lancia l’appello: «Chi sa qualcosa si faccia avanti»
La 35enne addestratrice di cani ed ex modella annegata in una roggia a Valeggio nel 2021. Per la procura è stato un incidente ma il gip ha riaperto il caso: sarà esaminato il suo cellulare
«Per me è una ferita che si riapre, perché non è facile affrontare questa situazione. Ma è anche un passo in avanti verso la verità sulla morte di mia figlia». Alla Kochelenko, la madre di Polina Kochelenko, l’addestratrice di cani trovata morta il 18 aprile del 2021 nella roggia Malaspina di Valeggio, a quella perdita non si è mai rassegnata. E ora che la gip Maria Cristina Lapi ha deciso di accogliere la sua richiesta, e cioè di riaprire le indagini su quella morte, vuole fare un appello: «Chi sa qualcosa ci aiuti. Nei prossimi mesi gli inquirenti faranno altri approfondimenti: ho la sensazione che ci siano persone che sanno qualcosa. Si facciano avanti, anche in modo anonimo. Anche il dettaglio più piccolo può essere utile».
Si cerca, in particolare, un uomo con una monovolume grigia, che era stato visto alcune volte in compagnia di Polina e che, in questi mesi, non si è mai fatto avanti, nonostante gli appelli della famiglia.
«No all’archiviazione»
La 35enne russa, laureata in Legge e con un master in criminologia, ex modella conosciuta per essere stata concorrente del reality show “L’isola di Adamo ed Eva”, viveva da sola a Valeggio, dove lavorava come addestratrice di cani. Il giorno in cui era scomparsa (poi ritrovata nella roggia due giorni dopo) era uscita proprio con sei cani, tutti pastori tedeschi, prima di sparire. Secondo l’autopsia era morta annegata. Anche se l’acqua non era molto alta e Polina era capace a nuotare. I suoi oggetti personali erano stati trovati , in ordine, a circa 800 metri di distanza.
Un incidente, per il sostituto procuratore Alberto Palermo, che aveva chiesto l’archiviazione dell’indagine aperta per omicidio colposo. Una conclusione contestata dalla famiglia, che a quella richiesta si è opposta. I parenti, che si sono appoggiati all’avvocata Tiziana Barrella e alla collaborazione dell’investigatore privato Claudio Ghini e dell’ingegnere forense Fabrizio Vinardi, sospettano che Polina sia stata spinta nella roggia da qualcuno.
L’esame del telefono
«Voglio solo capire, non accusare qualcuno – dice la madre della ragazza –. Sono state accolte le nostre richieste su alcuni accertamenti che consideriamo importanti». Le indagini, per i prossimi mesi, si concentreranno in particolare sull’esame del telefono della vittima, ritrovato abbandonato insieme ad altri oggetti, per terra, a distanza di poche centinaia di metri dal punto in cui la donna era stata ritrovata senza vita.
Si è ipotizzato che la 35enne si sia tuffata per salvare i suoi cani (due dei quali mai ritrovati), ma l’ordine in cui sono stati trovati gli oggetti non convince i parenti. «Era una messinscena, nessuno prima di buttarsi in acqua avrebbe messo in ordine le sue cose», dice la madre.
Dal cellulare sarà estratto il contenuto, in particolare i messaggi e le telefonate, per ricostruire i contatti della 35enne. I parenti sperano, così, che sia identificato un uomo che Polina conosceva, proprietario di una monovolume grigia, la cui identità resta un mistero. Dalla morte della ragazza non si è mai fatto avanti e anche le investigazioni private non sono riuscite a trovarlo.
In procura è stato presentato anche un altro esposto, da una blogger, per la misteriosa rimozione di alcune immagini e indicazioni di geolocalizzazione dai profili social della vittima.
Le testimonianze
Gli altri due accertamenti disposti dalla giudice riguardano l’acquisizione dei tabulati delle telefonate e la raccolta allargata di altre testimonianze di persone vicine a Polina. «Possono aggiungere qualcosa di utile per le indagini – dice la madre della 35enne –. Faccio appello a chi sa qualcosa di farsi avanti. Non posso vivere con il dubbio che nella morte di mia figlia ci siano responsabilità di altre persone. Le indagini hanno lasciato troppo buchi senza risposte. Forse ha dato fastidio a qualcuno, magari anche perché si occupava dei cani. Mi auguro solo che gli inquirenti vadano avanti, a fare indagini in modo accurato, per non lasciare nessun interrogativo sospeso».