Il rapper, il comico e le due scrittrici: super talenti mantovani di seconda generazione
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Castiglione delle Stiviere è stata meta lavorativa dei loro genitori e culla per la loro formazione. Ora si fanno valere
CASTIGLIONE DELLE STIVIERE. Il comune di Castiglione è fucina di talenti, soprattutto all’interno del mondo delle seconde generazioni. In questi ultimi anni ci sono ragazzi e ragazze, provenienti da scuole diverse del territorio e con origini famigliari non italiane, che hanno ottenuto e stanno ottenendo successo nel mondo dello spettacolo e della cultura. Il filo rosso che lega, in particolar modo, quattro di loro è che sono tutti figli di migranti che, per occasioni di lavoro, sono arrivati a Castiglione negli anni ’90 e 2000.
I primi due giovani di seconda generazione che hanno avuto successo sono Tommy Kuti e Chaimaa Fathi.
Tommy Kuti è rapper e personaggio televisivo, oltre che autore di un libro edito da Rizzoli, ed è di origini nigeriane. Nella sua gavetta tanto impegno per i giovani di seconda generazione, laboratori al quartiere Cinque Continenti, collaborazioni con associazioni e realtà legate al mondo dei migranti fino al successo con le sue canzoni, molte delle quali rap, che hanno posto al centro il tema del rapporto fra società e seconde generazioni.
Kuti ha frequentato il Gonzaga come anche Chaimaa Fathi, oggi laureata in Giurisprudenza, di origini marocchine, anche lei diplomata al Gonzaga e autrice del libro Non ci avrete mai (Rizzoli), nato da una lettere scritta su un quotidiano locale, poi approdata su Repubblica e entrata a pieno titolo nel dibattito sociale e culturale del post- attentati eseguiti da frange di estremisti islamici.
Ora, invece, i due nuovi giovani che stanno emergendo nel mondo dello spettacolo e della cultura sono Assane Diop e Naomi Kelechi Di Meo. Il primo, ex studente del Cfp For.Ma, sede di Castiglione delle Stiviere, ha di recente partecipato alle Iene come inviato e a Zelig come comico. Da tempo, sui social – Instagram e Facebook – ha messo in Rete video comici che hanno avuto molta diffusione. La sua è una comicità davvero travolgente e simpatica, spesso giocata sulle contraddizioni fra stranieri e italiani; sui luoghi comuni che caratterizzato la visione stereotipata di stranieri, giovani e anziani.
Naomi Kelechi Di Meo, nata a Brescia, è cresciuta a Castiglione delle Stiviere. Attualmente studia all’Università di Amsterdam nel corso di Media and Information. Pochi mesi fa ha dato alle stampe il libro Into my blues. «Non le definisco “poesie” – si legge nella presentazione del volume – perché l’ultima volta che ho studiato qualcosa inerente alla composizione di una poesia risale alle antologie delle scuole. Però ne leggo tante. Diciamo che mi piace scrivere i miei pensieri, incastrarli da qualche parte per trovare un ordine in ciò che mi frulla nella testa. Non sono tanto fan dell’ordine in realtà, la mia camera e le urla di mia madre ne sono l’evidenza, eppure quando si tratta di ciò che provo esigo una linea verosimilmente chiara. È come se i miei testi fossero delle cartelle sul MacBook, con il compito di tenere i miei pensieri in ordine».