La Giornata del laureato del ritorno alla vita: «Godetevi il successo»
/ pavia
I nomi, letti in silenzio. La consegna della pergamena, con qualche genitore in piedi a scattare foto. Poi il lungo applauso, che scroscia nel cortile Teresiano. È la trentesima giornata del laureato, che torna dopo due anni di stop forzati dal Covid. A ricordare che la pandemia c’è ancora è la mancanza di un gesto: la stretta di mano tra professore e studente, proibita per non eccedere nei contatti. «Mi sono laureata nell’aula del ’400 con solo cinque familiari: sembrava enorme così vuota. Adesso mi sento quasi più emozionata di quel giorno, è la giusta conclusione del mio percorso». Chiara Zoppi, 24 anni, è una delle 750 laureate e laureati col massimo dei voti, il cui sforzo è stato premiato di fronte a una platea di quasi duemila persone, alla fine di un percorso accidentato dall’emergenza sanitaria.
«Godetevi il momento»
Apre l’evento il corteo accademico partito dall’Aula Magna, che precede la prolusione inaugurale del rettore Francesco Svelto: «La mancanza di una esperienza acquisita e data per scontata, quella della vita universitaria in presenza, ha permesso di apprezzare ancor più il valore delle relazioni interpersonali come elemento insostituibile per la crescita culturale ed umana». Poi un augurio ai laureati eccellenti: «Godetevi questa serata, ma soprattutto siate ambiziosi e tenaci e tornate qui in futuro, con le emozioni delle vostre realizzazioni, con la gioia dei vostri successi».
La parola passa poi a Tiziana D’Angelo, direttrice del parco archeologico di Paestum e Velia. Il suo curriculum internazionale spazia da Berlino a New York, e ha preso il via con la laurea a Pavia nel 2004: anno in cui ha ricevuto il diploma nel cortile Teresiano, come gli studenti che ieri hanno celebrato il loro momento: «Mi congratulo con voi – ha detto la studiosa – devo molto a Pavia, qui ho capito quale fosse il mio sogno, da qui è partita la mia storia. Adesso tocca a voi inseguire le vostre ambizioni e le passioni che vi motivano».
Dopo il conferimento della medaglia teresiana all’ospite d’onore, è il momento dei ragazzi e delle ragazze: in fila e per facoltà, ricevono il diploma e il cilindro rosso col sigillo oro dell’ateneo, per conservarlo. Alcuni lo fotografano per postarlo sui social. «Ho discusso la tesi on line – racconta Greta Chimera, 22 anni – con le restrizioni per il Covid non si poteva fare altrimenti. La festa è stata con la mia famiglia a casa, ma così è quasi meglio».
La consegna solenne e cadenzata viene interrotta da un applauso fuori protocollo, la platea che si alza in piedi: è per Maurizio Pavan, papà di Mario, morto nel 2020 a 25 anni per una malattia fulminante. Ha ritirato lui la pergamena del figlio: «La malattia se l’è portato via in pochi mesi – racconta – era un atleta della Cento Torri, molto conosciuto. Il mio ragazzo era prontissimo per il mondo del lavoro, ma il destino ha pensato per lui piani differenti».
È un ritorno alla vita
Accanto Tiziana D’Angelo c’è il suo relatore della tesi a Pavia, Maurizio Harari: «È importante che questa giornata sia tornata nella vita degli studenti. Dopo tutto quello che hanno passato, compensa con adeguata enfasi un momento fondamentale per la storia di un giovane. Molti si sono laureati in un’aula vuota: ora è il momento della solennità e dell’allegria». —