L'ultimo trend che domina le storie di Instagram riguarda le domande anonime. Se hai visto spuntare dappertutto le storie con i box di commento intitolati «Fammi una domanda anonima», il merito è di NGL, un'applicazione creata su misura per cercare di applicare l'anonimato ad Instagram. L'acronimo di «Not gonna lie» (ossia «non dirò bugie» in inglese) è un'app semplicissima da usare: una volta scaricata, ti consente di creare un link da incollare nella tua storia o profilo di Instagram invitando i tuoi follower a inviarti messaggi anonimi. Quando qualcuno ti scrive, vedrai comparire i messaggi nella casella di posta NGL e premendo "rispondi" puoi pubblicare i messaggi sulla tua storia di Instagram. Un meccanismo facile e intuitivo, a tal punto da raccogliere circa 7,5 milioni di download globali, stando ai dati di Apptopia, e guadagnando il primo posto nella classifica delle app più scaricate di giugno dell'App Store negli Stati Uniti. Insomma, il caro vecchio trend dell'anonimato online continua a nutrire un certo fascino per i giovani e, in maniera ciclica, torna a ripresentarsi sempre sotto nuove spoglie differenti. 

Cosa si rischia con NGL

Laddove hanno tentato Ask.fm, Curious Cat, YikYak, Yolo e LMK, ora potrebbe riuscire NGL o finire per essere travolta dagli stessi problemi, in primis il bullismo. La bramosia di ricevere messaggi senza sapere chi sia il mittente si scontra con la mancanza di filtri dovuta all'assenza di riconoscimento, lasciando campo libero all'odio da tastiera. L'anno scorso Yolo e LMK sono state sospese dopo essere state al centro di una causa in seguito al suicidio di un adolescente, per mesi vittima di bullismo sulle piattaforme; la stessa accusa è stata mossa a Ask.fm, un'app che funziona grosso modo allo stesso modo di NGL. 

Come garantire la sicurezza

Il problema è la moderazione dei contenuti: serve un filtro sufficientemente strutturato che eviti le ondate di odio e insulti. «Per garantire la sicurezza dei nostri utenti utilizziamo una delle migliori intelligenze artificiali per la moderazione dei contenuti. Il nostro algoritmo può rilevare il significato semantico degli emoji per estrapolare l'uso contestuale di emoji. Ciò significa che rimaniamo aggiornati sui trend, comprendiamo il gergo e sappiamo come filtrare i messaggi dannosi» si legge sul sito ufficiale. Un meccanismo avanzato che però non è ancora stato messo a punto alla perfezione, come ha dimostrato un'inchiesta della NBC. E se in inglese l'intelligenza artificiale è più raffinata, in italiano le cose vanno ancora peggio: in questi casi è possibile solamente segnalare il contenuto e bloccare il mittente.