Cainero calciatore in Carnia: dallo scudetto a Paluzza alla promozione con il Tolmezzo
foto da Quotidiani locali
Undici giorni fa la scomparsa di Enzo Cainero. In Carnia è profonda ancora la commozione per la morte del manager. E, ricordando il suo passato da calciatore in Carnia, emerge tutto l’amore che il commercialista e manager di Cavalicco aveva per la Carnia.
A partire dal gruppo delle “Vecchie Glorie Pro Tolmezzo”. Cainero fu portiere della squadra carnica ai tempi della Serie D, ma il primo contatto con il calcio della montagna risale al 1968 quando Angelo Ortobelli, prima giocatore poi allenatore e dirigente della società nerazzurra, lo convinse a vestire la maglia del Paluzza.
Il giovane sottotenente Cainero, in servizio a Pontebba alla caserma “Fantina” nell’8° Reggimento battaglione “Gemona”, si era già tolto qualche soddisfazione vestendo la maglia della Nazionale militare, difendendo la porta in un quadrangolare disputatosi ad Aosta.
Cainero accettò la proposta di Ortobelli con grande entusiasmo e giunse nella valle del Bût in compagnia di Bruno Capitanio, Claudio Pasqualin, Gianni Marchiol e Andrea Fuccaro; furono accolti con grande cordialità e si inserirono facilmente sia con i compagni che con la società.
Quel gruppo di “udinesi” contribuì in maniera determinante alla conquista del secondo scudetto neroazzurro (il primo porta la data del 1966), quando, vincendo lo spareggio sul neutro di Cavazzo, il Paluzza battè l’Edera di Enemonzo grazie al gol partita di Di Luzio.
Cainero, mentre giocava a Paluzza, non poteva partecipare agli allenamenti perché durante la settimana doveva servire la Patria; la domenica invece dedicava tutto il suo impegno alle vittorie della sua squadra e di quella annata rimane celebre la partita di Ampezzo, la sua migliore performance, in cui parò anche l’impossibile.
LA PRO TOLMEZZO
Nel 1976, anno del catastrofico terremoto che sconvolse il Friuli, la Pro Tolmezzo militava nel campionato di Eccellenza e portiere titolare era Gianni Forgione, che, terrorizzato dal sisma, scappò dal Friuli.
Quindi l’allora presidente Livio Bortolussi, su indicazione del direttore sportivo Bepi Clozza, fu costretto a mettersi in viaggio per raggiungere l’Hotel Gallia a Milano, sede storica del calcio mercato.
«Quel viaggio fu necessario – ricorda Bortolusssi – in quanto Enzo Cainero a quel tempo giocava nel Varese, dove lavorava, ma desiderava rientrare in Friuli; non fece pertanto alcuna difficoltà nell’accettare il trasferimento e quella annata sportiva si concluse con la meritata ed agognata promozione in serie D».
Nel ricordare Cainero, Bortolussi si commuove. E non poco: «È stata una persona squisita con cui ho mantenuto un rapporto di amicizia molto solido nel tempo: ci sentivamo molto spesso e ogni qualvolta arrivava in Carnia era un piacere incontrarlo».
In quella squadra il capitano era Gino Menegon: «Non eravamo giocatori ma fratelli – racconta – ed Enzo si è sempre dimostrato disponibile mettendo al servizio della squadra la sua esperienza. La Carnia l’aveva nel cuore; spesso ci incontravamo nella sua casa di Chialina di Ovaro.
Ricordo con simpatia la trasferta di Pordenone in cui Enzo al “Bottecchia” parò un calcio di rigore a Giron e sulla sua respinta nacque l’azione di rimessa che portò alla realizzazione del gol partita con Zamar a finalizzare un corridoio di Roberto Comuzzi; quella vittoria rese particolarmente felice il presidente Bortolussi in quanto nativo di Travesio».
IL GRUPPO “VECCHIE GLORIE”
Tre anni fa Alberto Urban, calciatore di Pro Tolmezzo, Pro Gorizia, Cavase, Cosenza e Genoa, e Fausto Barburini, attuale dg del Tolmezzo Carnia, con l’intento di non dimenticare un passato che grazie al club ha significato molto a livello calcistico per la Carnia, decidono di creare il gruppo “Vecchie Glorie Pro Tolmezzo” trovando in Cainero un convinto estimatore.
Enzo ha sempre partecipato a tutti i piacevoli ritrovi e proprio lo scorso anno nel corso di un uno di questi incontri, ha suggerito, in maniera molto garbata com’era nel suo stile, di togliere l’aggettivo “Vecchie” e lasciare “Glorie Pro Tolmezzo”. Una proposta che è stata accolta dal resto del gruppo.
«In questi incontri – ammette Alberto Urban – Enzo era il nostro punto di riferimento, la nostra luce, un amico che ha sempre voluto presenziare ogni qualvolta decidevamo di incontrarci facendosi spesso accompagnare dalla moglie Laura e molti amici udinesi».
Alle “Glorie Pro Tolmezzo” è mancato non solo il compagno di tante partite, ma l’amico, il fratello.