Abusi sui calciatori delle giovanili, dieci anni all’ex allenatore per violenza sessuale
TRIESTE. Condannato a dieci anni di reclusione e al risarcimento delle parti civili: è la sentenza pronunciata giovedì 2 marzo dal giudice Francesco Antoni che presiedeva il collegio del Tribunale (a latere Alessio Tassan e Anna Battaglia) per l’ex allenatore delle giovanili del San Luigi a processo con l’accusa di atti sessuali su 15 giocatori della squadra, 13 dei quali si sono costituiti parte civile. La Procura aveva chiesto nove anni e due mesi.
Riqualificato il reato da atti sessuali con minorenne (articolo 609 quater) a violenza sessuale (609 bis).
In quest’ultimo articolo è infatti incluso un aspetto che evidentemente, secondo i giudici, è stato parte integrante della condotta del mister, ovvero l’abuso di autorità. Una questione essenzialmente tecnica e che non costituisce un ribaltamento sostanziale del quadro accusatorio. Le motivazioni saranno comunque depositate entro 90 giorni.
Su 15 parti offese solo per una i giudici hanno ritenuto le accuse all’imputato non provate. Concesse le attenuanti generiche, il collegio ha riconosciuto un risarcimento immediato di 35 mila euro al San Luigi per il danno subito per lo stop alla collaborazione con la Juventus deciso in seguito alla notizia dell’arresto dell’allenatore.
Anche il San Luigi era parte civile. L’ammontare dei risarcimenti ai 13 giovanissimi calciatori sarà definito in sede civile.
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Due mamme sono scoppiate in lacrime dopo aver ascoltato la sentenza. Palpabile la commozione: «I giudici hanno creduto ai nostri ragazzi, era questa la cosa più importante».
Un pianto liberatorio che ha rotto la tensione accumulata nell’attesa del verdetto. L’imputato, nei lunghissimi minuti che hanno preceduto la lettura del dispositivo, è rimasto seduto sul primo banco dell’aula, immobile, silente e poi attonito. Solo dopo, nel lasciare il Tribunale, sono arrivate le lacrime. Ora tutte le sue speranze sono riposte nel processo d’appello.
Il caso, emerso nel gennaio 2021, aveva suscitato particolare clamore: l’allenatore era stato arrestato dalla Squadra mobile, nell’ambito dell’indagine coordinata dal pm Lucia Baldovin, finendo ai domiciliari ed è tuttora sottoposto alla misura.
Secondo la ricostruzione accusatoria aveva toccato nelle parti intime i ragazzini mentre facevano la doccia e in auto quando venivano accompagnati a casa dopo gli allenamenti.
Erano stati scoperti anche messaggi dal contenuto ritenuto dall’accusa ambiguo o a volte esplicito inviati ai calciatori.
Gli avvocati difensori Denise Rodriguez e Giovanni Di Lullo si sono battuti per l’assoluzione e ora impugneranno la sentenza. «Una condanna ingiusta, inaspettata, eccessivamente severa – ha commentato l’avvocato Rodriguez –. Sono stati riqualificati i fatti descritti nei capi di imputazione e illustrati nel teorema dell’accusa, in contraddizione con quanto emerso all’esito dell’istruzione probatoria. I presunti toccamenti si sarebbero verificati in un contesto ludico contraddistinto da consuetudini informali che assumono un significato sociale diverso rispetto ad altri contesti, di saluto, di goliardia e di affetto, ma privi di ogni valenza sessuale. Non sono state valorizzate le innumerevoli contraddizioni e incoerenze nelle dichiarazioni rese dai minori, non spontaneamente ma all’esito di sollecitazioni e interrogazioni dei genitori in veste di inquirenti e psicologi».
«Tali dichiarazioni – ha aggiunto – sono inattendibili. Perlopiù i fatti si sarebbero verificati sotto gli occhi di decine di soggetti del settore giovanile del San Luigi, dirigenti, allenatori, preparatori atletici che in sede di testimonianza hanno fermamente negato ogni comportamento inadeguato o anche solo sospetto dell’allenatore nei cui confronti nutrono stima sotto il profilo umano. Fin dalle indagini – ha concluso – si è innescata una contaminazione dichiarativa che ha coinvolto i genitori e a maggior ragione i minori, altamente permeabili e suggestionabili. Le testimonianze non sono state precedute da una perizia psicologica per appurare se i bambini all’epoca dei fatti erano capaci di rendersi conto dei comportamenti dell’allenatore e se sono ora in grado di riferirne senza interferenze dovute ad alterazioni».
Avvocati di parte civile erano Nicole Pertot (otto ragazzi), William Crivellari (quattro), Mariapia Maier (uno) e Marzio Calacione per il San Luigi. «Il fatto che sia stato riqualificato il reato in violenza sessuale era auspicabile – hanno rimarcato Pertot e Crivellari – e dimostra che si è trattato effettivamente di fatti gravi. Per i genitori quello che conta non sono i risarcimenti, ma che i loro figli siano stati creduti». —
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