Ricorsi al difensore civico Fvg, uno su tre riguarda le liste di attesa in campo sanitario: «In molti casi si superano i limiti»
TRIESTE È soprattutto la sanità regionale ad aver tenuto banco fra le richieste di intervento inoltrate l’anno scorso al difensore civico del Fvg. Dei quasi 250 ricorsi presentati, il 35% ha riguardato, in particolare, la mancata osservanza dei tempi stabiliti per le visite.
Le liste di attesa
«Con il venir meno dell’emergenza sanitaria legata al Covid – sottolinea Arrigo De Pauli, che ricopre la carica di difensore civico dal maggio del 2018 ed è prossimo alla scadenza del suo mandato –, sono diminuite le doglianze relative agli slittamenti degli appuntamenti già fissati per visite specialistiche ed esami diagnostici e le denunce sui ritardi nella riattivazione della certificazione verde.
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I cittadini si sono rivolti per lamentarsi dei tempi dilatati riferiti a prenotazione di esami cui dovevano sottoporsi. Tempi che andavano ben oltre i limiti che la stessa sanità regionale si è imposta per le visite specialistiche e diagnostiche. Forse – ipotizza De Pauli – si tratta ancora di uno strascico dipeso dell’eccezionalità della pandemia».
Un 15% delle pratiche ha poi riguardato il ricorso contro il diniego di accesso agli atti da parte della pubblica amministrazione.
«Quando non si vedono accordare il permesso – spiega De Pauli – i cittadini ricorrono al difensore, che può dichiarare l’illegittimità del rifiuto o, al contrario, lo può giustificare perché altrimenti avrebbe leso la privacy di altri contro-interessati».
Le altre richieste
Altre richieste erano legate a lamentele riguardanti viabilità, illuminazione stradale, allacciamenti alle reti fognarie e idrauliche, oltre che alla salubrità dell’aria.
Un esempio? «Qualcuno ha chiesto di cambiare la viabilità del centro cittadino di Udine – argomenta il difensore civico regionale – reintroducendo il passaggio della linea 1».
De Pauli, sollecitato dai cittadini, ha anche richiesto l’intervento dell’Arpa per valutare le emissioni di alcune aziende nella periferia. In ulteriori casi, il difensore si è dovuto esprimere in merito alla graduatoria Ater, quando il ricorrente riteneva di essere stato ingiustamente escluso, oppure quando gli assegnatari ritenevano che determinati lavori non fossero di loro competenza ma dell’ente stesso in quanto manutenzioni straordinarie.
Non sono mancati, infine, interventi all’Inps, riguardanti ritardi nell’emissione di liquidazioni e pensioni. E neppure (ma pochissimi) inerenti alla domanda di un ricalcolo del reddito di cittadinanza.
Visto l’andamento in generale, tuttavia, De Pauli rassicura: «In questa regione l’amministrazione pubblica tiene, anche se ci sono sacche di scontento».
Le sacche di scontento
Nel confronto con il 2021, quando le pratiche erano state 257, il 2022 presenta una minima flessione. Dati che, tuttavia, sono superiori rispetto alle 182 richieste presentate nel 2020 e alle 101 del 2019.
Analizzando la provenienza, è Udine la provincia che ha inoltrato più richieste, pari al 44% del totale, seguita da Trieste (33%), quindi il resto diviso tra Gorizia e Pordenone.
Numeri che potrebbero essere di gran lunga superiori se questo organo «al servizio gratuito dei cittadini» fosse maggiormente conosciuto.
«Per questo motivo – argomenta De Pauli –, valutato che la maggior parte dei ricorrenti ha un’età matura, d’intesa con le varie Università della terza età della regione ho pensato di organizzare nelle loro sedi presentazioni».