Calcio a 5. Riccardo Berti, rimpatriata a Belluno. «Canottieri, meriti l’A2»
Canottieri, meriti l’A2. Ad essere convinto del traguardo a cui può aspirare la squadra bellunese è Riccardo Berti, che dalle parti della Spes Arena ricordano con enorme piacere. 14 gol realizzati in poco più di metà stagione, nella serie B 2017-2018.
Pur in un torneo deludente dal punto di vista dei risultati – nonostante di quella squadra facesse parte anche la stella spagnola Jorge Alba – il pivot toscano confermò di essere uno dei più quotati bomber del futsal nazionale, tanto da proseguire la carriera sempre più ad alti livelli sino ad approdare in serie A dove ora gioca con il Pistoia.
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Nel frattempo, è giunta pure la convocazione in nazionale lo scorso mese di giugno, per la doppia amichevole contro la Bosnia.
A Manzano c’erano peraltro alcuni dei suoi ex compagni di squadra biancoblù. Visita ricambiata nell’ultimo fine settimana, quando il giocatore è salito a Belluno. Ha potuto quindi tifare Canottieri nella partita vinta 3-0 con il Giorgione. A proposito, sabato i ragazzi del tecnico Bortolini saranno ospiti della Luparense, prima di due fine settimana senza impegni ufficiali.
Riccardo, come mai da queste parti?
«Con i miei compagni di squadra di quei mesi ci sentiamo spesso: il rapporto è rimasto senza dubbio bello. Glielo promettevo da un po’di fare un salto in città per un saluto ed ho approfittato dell’ultimo weekend, in cui la serie A era ferma per le qualificazioni ai mondiali».
La Canottieri ti è rimasta nel cuore dunque.
«Senza dubbio sì. Sotto l’aspetto sportivo non era stato un campionato memorabile, non essendo arrivata la qualificazione playoff. Però avevo legato alla grande con compagni e società e la stima ancora oggi è reciproca».
Eri approdato alla Canottieri da bomber affermato e in seguito il tuo percorso è andato in costante crescendo.
«Dopo Belluno ho scelto di restare vicino a mio figlio in Toscana. Di conseguenza per un paio di campionati ho giocato al Prato, spostandomi poi di… 15 minuti firmando con il Pistoia. Qui al secondo anno di A2 abbiamo ottenuto la promozione in A ed io ho debuttato con la maglia azzurra».
Che mondo è la serie A?
«Una categoria a parte, senza dubbio. Quando cominci a giocarci, ti accorgi in fretta di quanto cresca l’intensità. Al momento dal punto di vista personale non sta andando affatto male, mentre purtroppo come squadra paghiamo l’inesperienza in categoria e occupiamo la penultima posizione».
Della Canottieri che hai osservato sabato cosa dici?
«Contro il Giorgione è stata una buona prestazione. Ho percepito la consueta tranquillità dell’ambiente e la bravura dei giocatori nell’incitare sempre il compagno anche in caso di errore. È un aspetto che fa la differenza. A loro auguro di ottenere la promozione in A2, perché con l’aggiunta dell’A2 Élite diventa la categoria minima per una piazza come Belluno».
Cosa dire di Max Dall’Ò? A vent’anni ancora da compiere, è già a quota 20 reti.
«Seguendo i risultati settimanali, il suo nome non è certo nuovo per me. Sta giocando alla grande e vedendolo dal vivo mi sono saltate all’occhio le notevoli caratteristiche fisiche e tecniche. Ha un futuro davanti a sé, ma dipende tutto da lui. Posso solo dargli il consiglio di credere nelle proprie doti, sapendo che personalità e sacrificio sono caratteristiche fondamentali per riuscire a fare carriera».