Riciclaggio e traffico di droga: ’Ndrangheta, Cosa nostra e Camorra allungano le mani sul Fvg
UDINE. Le definisce «proiezioni delle “mafie tradizionali”» sul territorio regionale. Superando l’idea dell’infiltrazione, quindi, per passare a quella di una sorta di duplicazione. Perché qui, nel Nord-Est ancora ricco di occasioni di investimento, oggigiorno vengono principalmente per fare ciò che là, nelle regioni d’origine dove mimetizzarsi è più difficile, riesce loro un po’ meno bene: riciclare.
È un quadro che continua a invocare massima attenzione quello tracciato dalla Direzione investigativa antimafia nella relazione al Parlamento del secondo semestre 2021.
L’ultima disponibile e quindi non proprio aggiornata, per la verità, ma comunque utile a seguire gli sviluppi tanto degli appetiti della criminalità organizzata, quanto dell’attività svolta dalle forze dell’ordine anche in Friuli Venezia Giulia. Dove, dall’estate scorsa, a guidare la sezione che ha base a Trieste, dopo il pensionamento del colonnello della Guardia di finanza Giacomo Moroso, è arrivato il tenente colonnello Luca Petrocchi.
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Osservato tenendo nella debita considerazione sia «la crisi economica» acutizzata dalla pandemia sia «le rilevanti risorse pubbliche destinate alla ripresa», il fenomeno risponde ai molteplici interessi coltivati da ciascuna delle consorterie in cui si articola la mafia. «Da anni, è emersa in particolare la presenza di soggetti riconducibili alla ’Ndrangheta attivi tra l’altro nel settore edile, estrattivo e del trasporto in conto terzi», si legge.
«Più datate, invece, le evidenze inerenti alla criminalità siciliana. Sebbene – precisa la Dia – un’aggiornata conferma, sia pur di delimitato rilievo, si ritrova nell’esecuzione di un ordine di carcerazione emesso dalla Procura generale di Catania a carico di un catanese residente in provincia di Pordenone esponente di vertice del clan Scalisi».
Il riferimento è a Giuseppe Mannino, 59 anni, scovato nel luglio del 2021 in un Comune della Pedemontana, a casa di familiari: doveva scontare 7 anni, 9 mesi e 3 giorni di reclusione per associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione, rapina e traffico di sostanze stupefacenti. Tutti fatti commessi in Sicilia tra il 2007 ed il 2017.
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Quanto alla Camorra, sono il riciclaggio, le truffe e le frodi fiscali, il traffico di armi e quello di stupefacenti e i reati predatori a caratterizzarne l’operatività. La relazione ricorda l’arresto, eseguito nell’ottobre 2020 dalle Fiamme gialle, di un campano ritenuto vicino al clan Licciardi e il successivo sequestro preventivo eseguito dalla Dia di Trieste a carico suo e del fratello.
Non meno presente la criminalità di matrice straniera, con «interessi prevalentemente orientati nel narcotraffico».
E con gestione diversificata a seconda della nazionalità: eroina e cocaina in capo ai nigeriani, marijuana e hascisc a pakistani, afghani e magrebini. Attivi anche gli albanesi, impegnati anche sul fronte di furti e rapine, e cinesi, thailandesi e, di nuovo, nigeriani, su quello dello sfruttamento della prostituzione. —