Morì in Albania, i suoi resti arrivarono a Bari: dopo 83 anni l’alpino Bidin riposerà a Carlino
foto da Quotidiani locali
Ritorna a casa, nella sua Carlino, dopo 83 anni, Galliano Bidin, l’alpino deceduto a Permet in Albania a soli 29 anni di età, dato a lungo per disperso, ma poi ritrovato nel Sacrario Militare dei Caduti d’Oltremare di Bari, dove era stato tumulato a seguito del recupero da parte del ministero della Difesa dei resti dei caduti in quelle terre.
Galliano faceva parte del IX Reggimento Alpini Val Leogra, nella quale era stato arruolato il 5 maggio del 1940, comandato dalla medaglia d’oro colonnello Gaetano Tavoni, deceduto l’8 gennaio 1941 per le ferite riportate in combattimento, un mese e mezzo dopo la morte di Bidin.
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A Galliano Bidin, primo alpino caduto in guerra di Carlino, è stato intitolato nel novembre 1952 il neocostituito Gruppo Alpini di Carlino.
Ieri mattina è partita da Carlino per Bari una delegazione degli alpini guidata dal presidente Daniele Peresutti, con loro la figlia di Galliano, Iride, con il marito Enore Zanutta, Stefano Perini, Carlo Schiff e Dario Kenda, ai quali questa mattina verrà consegnata l’urna contenete i resti dell’alpino Bidin.
Al rientro, previsto per la tarda serata, l’urna con le spoglie dell’alpino, sarà deposta nella cella mortuaria del cimitero, dalla quale sarà recuperata sabato mattina, alle 9.40, per ricevere gli onori religiosi e istituzionali.
Davanti alla chiesa parrocchiale sarà ricevuta dai sindaci di Carlino, Loris Bazzo, e di Porpetto, Andrea Dri, che saranno presenti con i labari dei due Comuni.
Dopo la celebrazione della messa, l’urna sarà riportata in cimitero dove si svolgeranno le cerimonie con gli interventi delle autorità.
«Provo una grande emozione per il ritorno a casa di mio padre», racconta l’altra figlia di Galliano Bidin, Giovanna che vive a Corgnolo di Porpetto.
«Quando è partito (il 24 giugno 1940), io avevo due anni e mia sorella Iride 10 mesi: non lo abbiamo mai più visto – dice commossa Giovanna Bidin –, perché a mia madre Mafalda Schiff (sposata nel 1937) giunse la comunicazione della sua morte nel novembre dello stesso anno (il 20).
A nostra madre raccontarono che papà restò vittima dello scoppio di una bomba durante un attacco aereo a Permet e le dissero anche che il corpo di papà rimase bruciato.
A lungo era stato dato per disperso – afferma ancora la figlia Giovanna –, ma con il ritrovamento della sua piastrina, abbiamo saputo poi, ed erano già trascorsi alcuni anni, che il corpo di nostro padre era stato ritrovato e traslato nel Sacrario di Bari».
Come ricorda il presidente Peresutti «a seguito di ricerche effettuate in occasione dei 70 anni del Gruppo Ana a lui dedicato, siamo venuti a conoscenza che le spoglie di Galliano erano state tumulate nel sacrario dei Caduti d’Oltremare di Bari, ma nella lapide il cognome risultava essere Bedin».
«Dopo verifiche incrociate e approfondite – prosegue Peresutti – abbiamo appurato che si trattava proprio del nostro compaesano, c’era semplicemente stato un errore di trascrizione del cognome.
Abbiamo quindi avviato l’iter per la traslazione dei resti da Bari a Carlino, operazione che non è stata facile, ma oggi siamo qui a Bari per riportarlo a casa e alla sua famiglia».
Per dare solennità alla storia di Bidin è stato anche pubblicato un libro “Alpins a Cjarlins” di Girberto Mian e Ferruccio Pinatto, edito della Clape cultural di Cjarlins e Sarvas.