Pont, arriva il commissario Cosseddu «Traghetterò il paese verso le elezioni»
PONT CANAVESE. «Il commissario è un traghettatore verso il ritorno alla vita politica di un Comune»: definisce così il suo ruolo al Comune di Pont il commissario Paolo Cosseddu, incaricato dalla Prefettura di Torino di prendere le redini del paese dopo la fine anticipata dell’amministrazione Riva e fino alle elezioni del 2024.
Originario di un piccolo paese della Sardegna, simile per conformazione, popolazione e problematiche al Comune di Pont, Cosseddu, classe 1986, è al suo primo incarico ufficiale come commissario straordinario, ma ha una lunga esperienza nella gestione della pubblica amministrazione: dalla laurea magistrale con 110 e lode alla Bocconi all’incarico alla Cassa depositi e prestiti di Roma, dove si occupava di finanziamenti a enti locali e Comuni, fino al titolo di viceprefetto aggiunto e di dirigente di staff dell’Ufficio di Gabinetto in Prefettura a Torino.
Soffermiamoci, però, sul primo impatto avuto con Pont: quali sono state le sue prime impressioni?
«Pont Canavese mi ricorda casa, il mio paese natale, nel cuore della Sardegna, meno montano di qui ma molto simile sotto tanti aspetti. Alcune sono le problematiche che hanno tutti i paesi di questo genere: il calo demografico, la riduzione dei servizi, lo spopolamento. È la grande sfida da affrontare delle aree interne. Qui, comunque, ho trovato personale e cittadini molto disponibili. Per abitudine, nel mio lavoro, parto sempre dallo studio dei problemi e dall’ascolto di chi propone soluzioni».
Qual è il ruolo del commissario nella situazione che sta vivendo il paese? Come risponde a chi teme che tutto si fermi fino al 2024?
«Nel caso di Pont Canavese il termine perentorio per andare al voto è stato superato, per cui lavoreremo sulla vita amministrativa di Pont per un periodo relativamente lungo, in continuità con quanto si stava facendo. È bello vedere persone appassionate alla politica, poi si creano tensioni e subentra il commissario, un traghettatore verso le prossime elezioni, una figura tecnica che permette una riorganizzazione della classe dirigente locale. L’attività del Comune non si ferma. Anzi, ho subito chiesto di sottopormi le questioni problematiche e in sospeso. È proprio l’opposto del fermarsi, a mancare è solo l’attività politica. Con il subcommissario Anna Ballan stiamo già lavorando, stiamo prendendo dimestichezza con gli uffici e le persone, ribadendo la nostra piena disponibilità verso i cittadini. Inoltre, tutto ciò che era già stato regolato e avviato secondo le procedure, dalle attività agli eventi, seguirà il suo corso in continuità».
Tra gli ultimi capitoli della precedente amministrazione c’è quello riguardante l’esternalizzazione dell’ufficio tributi. Come si argina la carenza di personale?
«Quello della carenza di personale è un problema comune a tutta l’Italia. La carenza di personale, in generale, è dovuta perlopiù ai pensionamenti progressivi di chi è entrato a lavorare negli anni Ottanta, e riguarda tante amministrazioni lungo tutta la penisola. C’è poi il problema più specifico dei tributi. Su quest’ultimo aspetto, la carenza di personale in generale si interseca con la natura particolarmente tecnica di alcuni servizi, quale quello specifico dei tributi. Le regole cambiano costantemente in questa materia e il personale ha bisogno di tempo per formarsi e conoscerla a fondo. Con il contributo del personale attivo in municipio a Pont entreremo nel merito della capacità di assunzione del Comune, fondamentale per irrobustire il personale. Cercheremo anche di sviluppare un servizio di ascolto dei cittadini sull’argomento dei tributi in collaborazione con l’azienda che si occuperà del servizio».
Il primo incarico da commissario dopo una lunga serie di ruoli nella pubblica amministrazione. Era il suo obiettivo fin dall’inizio degli studi in Economia e management delle amministrazioni pubbliche e delle istituzioni internazionali?
«Mi sono sempre immaginato a lavorare nel mondo delle istituzioni pubbliche, degli enti locali, della pubblica amministrazione. È un ambito che a me piace, bello. È io amo lavorare per l’interesse pubblico. Sono al primo ruolo da commissario straordinario, ma ho sempre avuto a che fare con i bilanci dei Comuni e degli enti locali, me ne occupavo quotidianamente negli altri ruoli che ho rivestito nella pubblica amministrazione. Mi interesso, inoltre, di Protezione civile, una materia appresa lavorando al Ministero dell’Interno, e ho richiesto di conoscere il piano intercomunale per capire quale sia la situazione. È un argomento su cui sono molto sensibile a causa della mia storia professionale».
Non solo lavoro però: ci sono anche altre passioni nella vita del commissario Cosseddu. Quali sono?
«Una mia grande passione è il cinema. Ho vissuto molto a Roma e avevo trovato un nutrito gruppo di amici appassionati quanto me. Pur avendo anche qui a Torino un gruppo di amici cinefili, per questioni di tempo non riesco ad andarci quanto mi piacerebbe».
Tra i primi luoghi visitati dal suo arrivo a Pont c’è il sito della frana in località Roggie: quali sono le previsioni?
«Proprio venerdì abbiamo fatto un sopralluogo. La scelta del sindaco Riva, che ho conosciuto personalmente, era giustificata, dopo la frana, dalla mancanza delle condizioni di sicurezza per permettere il transito delle auto. I lavori stanno procedendo. Si tratta di una situazione diversa da un progetto con scadenza ben precise, in questo caso si procede con continue valutazioni. È presto per dire quando verrà riaperta la strada, ma le prospettive non sono a lungo termine».
In un’ottica futura, invece, quale opera o progettualità potrà avere un impatto positivo per il paese e il territorio?
«Sicuramente l’elettrificazione della linea ferroviaria è un progetto strategico per il territorio e per Pont: un collegamento stabile con la città di Torino può avviare il paese verso una fase di rilancio e di apertura. La zona è bella e interessante e avere mezzi di trasporto efficienti, ad appena un’ora da Torino, sicuramente sarà utile al paese in un’ottica di sviluppo».