Morta a 49 anni Valentina Londero: era manager De’Longhi e pianista
Fatale la recidiva del male, aveva perso un figlio nel 2012. Lascia il marito Dino Favarato, allenatore, ex calciatore
Il male è riapparso, dopo otto anni. E il destino, che già l ’’aveva colpita ripetutamene nella vita, non ha avuto pietà. In una settimana, il quadro clinico di Valentina Londero è precipitato.
E giovedì la donna è mancata, nella sua abitazione. Aveva solo 49 anni. Fino all’ultimo le è stato accanto il marito Dino Favarato, sposato solo un anno fa, ma compagno tenace e forte di tutta un’esistenza di fronte ai dolori, alla traversie, ai lutti.
Amore a prima vista, il loro: avevano poco più di 20 anni, quando si sono messi insieme e sono andati ben presto a convivere: Valentina aveva appena affrontato una malattia molto seria.
Ma ne era venuta fuori e aveva completato uno straordinario percorso di studi, laureandosi prima in Economia aziendale, e poi in commercio estero, oltre a diplomarsi in pianoforte al conservatorio, ed avviando anche un’attività concertistica, suonando anche al teatro Comunale e collaborando con l’istituto Manzato.
Ma poi il lavoro l’aveva assorbita, via via: era entrata alla De’Longhi fino a diventare manager del settore logistica, allo stabilimento di Mignagola. Parlava 5 lingue, Valentina.
Nel 2004, la gioia più bella per la coppia – la nascita di un figlio - si era ben presto trasformata in un calvario: il piccolo Niccolò soffriva di rare patologie, aveva vissuto per anni in condizioni di gravissima menomazione, e si era spento infine all’età di 8 anni. Un trauma terribile, devastante, da cui la coppia aveva provato piano piano a ripartire, dovendo però affrontare pochi anni dopo la prima apparizione della malattia al seno. Valentina e Dino si sono sempre fatti coraggio e sostenuti, dopo i durissimi anni dell’esistenza del bambino ed il lutto.
Lei artista, amante della cultura, lui calciatore, centrocampista tuttofare cresciuto nelle giovanili del Treviso e all’esordio in prima squadra con mister Francesco Guidolin, nel 1992.
Lei immersa nel lavoro, come lui, che nel frattempo aveva cominciato anche una carriera di allenatore in diversi club, dal Rovere (con cavalcata e promozione nel 2014/15 dalla Prima alla Promozione) e poi al Villorba nel campionato di Promozione. E lo scorso anno si erano sposati a palazzo Rinaldi, dopo oltre un quarto di secolo assieme.
Le terapie sembravano aver debellato il male, che però si è ripresentato in maniera subdola. «Amarti è stato facile, dimenticarti impossibile», ha scritto lui sull’epigrafe.
Ed in queste ore a Favarato, solo e sconvolto dal dolore, stanno giungendo mille attestati dai colleghi della moglie, alle amiche, dal mondo della musica e del calcio.
I funerali di Valentina Londero si terranno a Santa Maria Maggiore, domani, 14 agosto, alle 15,45, con partenza del corteo dal Ca’ Foncello alle 15.15. Vicino alla basilica di Madona Granda il padre di Valentina - originario di Gemona - aveva avuto per oltre 40 anni un negozio di moquette, sotto i portici tra la piazza e l’ex Questura.