Guerra di Gaza, Liliana Segre: “Vedere cosa è successo a bambini ci riporta ai tempi bui”
Lo ha detto la senatrice a vita Liliana Segre, ospite di «Che tempo che fa», sul Nove, parlando della situazione in Medio Oriente dopo l'attacco di Hamas a Israele.
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Quando sono entrata in Senato, ho subito pensato che quello che volevo lasciare di me era la Commissione contro l’incitamento all’odio, che per fortuna è stata rinnovata anche in questa legislatura. Se una Commissione parte con questo principio ci si chiede se sia un’utopia o un sogno, quando si vede cosa succede».
Lo ha detto la senatrice a vita Liliana Segre, ospite di «Che tempo che fa», sul Nove, parlando della situazione in Medio Oriente dopo l’attacco di Hamas a Israele.
«Vedere cosa è successo a bambini colpevoli solo di essere nati riporta a un tempo che pensavamo non tornasse più», ha aggiunto Segre, che si definisce «una donna di pace».
«C’è una scelta di odio e di vendetta, io l’ho fatta prestissimo questa scelta, non potevo essere come i miei assassini. Ho letto oggi una poesia di un poeta americano, Foster; lui prega, ha la fortuna di chi è religioso di pregare e questa persona scrive così bene che ognuno è un altro uomo, questo dovrebbe impedire di uccidere l’altro – ha detto Segre -. In questa giornata di incubo, di vuoto, di attesa di quello che può succedere e può essere addirittura peggio di quello che già è, è bellissima questa poesia in cui si prega, in cui c’è uomo contro uomo, bambino contro bambino, ognuno ritrovi l’essenza di sé».
«Mitezza è una parola non solo non usata più da nessuno ma che risale a quando io ero piccola, quando ero nervosa, maleducata, capricciosa e qualcuno mi esortava a essere miti – ha proseguito -. Essere mite già allora mi suonava strano, da vecchia, con quello che mi è capitato nella vita, questa parola mi è sembrata avvolta dalla bellezza della mia infanzia, da un mondo che non c’è più e ho avuto il coraggio in Senato all’apertura della nuova legislatura, dove si sentiva tanto odio e tanta antipatia aleggiare in quelle sacre mure, ho usata la parola mitezza forse come una favoletta o un rimprovero. Purtroppo sono scettica, parole al vento… Mitezza, già era una parola sconosciuta, arcaica, ma talmente lontana da questi tempi che io stessa, dopo che mi è uscita, mi son detta ma cosa mi è venuto in mente? La democrazia è dove c’è rispetto per l’altro, dove l’articolo 3 della Costituzione sancisce il diritto dell’altro, è estremamente importante. Mitezza è un po’ un pesce fuor d’acqua».
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