Fuga di gas, esplode una casa a Pordenone: l’onda d’urto ha fatto tremare muri e finestre nelle case dei vicini
PORDENONE. «Ero sotto la doccia e mi sono spaventata quando un potentissimo boato fa fatto tremare i vetri e i muri del mio appartamento».
È il racconto di una signora che risiede nella palazzina a pochi metri dalla casetta di via Planton, al civico 39, in cui nella mattinata di venerdì 11 novembre si è verificata la terribile esplosione che ha ferito i quattro residenti, uno dei quali in modo particolarmente grave. È scesa subito per capire che cosa fosse successo.
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«Appena sono uscita dal bagno mi sono vestita e sono venuta qui – spiega, sulla strada chiusa dai carabinieri per i rilievi, di fronte alla villetta col tetto parzialmente sventrato –. Ho visto tegole dappertutto e la casa in quelle condizioni. Mi spiace molto per i quattro giovani pakistani che ci abitano, passo qui di fronte tutti i giorni, spesso li vedo seduti in giardino, li saluto e loro ricambiano cordialmente, sono delle brave persone».
Nella vicina struttura che ospita gli uffici della Cimolai, impiegati col cuore in gola dopo il boato. La notizia della possibile esplosione di una bombola è stata presto “corretta” dai vigili del fuoco in fuga di gas sprigionatasi da un piano cottura forse difettoso: stanza satura e deflagrazione causata dall’azionamento di un interruttore elettrico, almeno secondo le prime ipotesi, su cui gli stessi pompieri saranno chiamati a fare chiarezza su ordine della procura.
Accanto alla casetta interessata dallo scoppio, sorge un altro edificio, nello stesso cortile, e non ha subìto danni a parte qualche pezzo di tegola sul tetto. Anch’esso è abitato da cittadini di nazionalità pakistana, che hanno assistito attoniti alle operazioni di messa in sicurezza dello scenario e ai soccorsi dei loro connazionali, per i quali si sono comprensibilmente detti preoccupati.
«Abbiamo avuto paura – hanno affermato, visibilmente scossi, ma fortunatamente illesi –, due persone stavano molto male, le hanno portate via con l’elicottero, speriamo che possano guarire presto».
Nel giardino comune, elettrodomestici verosimilmente non funzionanti, cassettiere, oggetti di vario genere e un gruppo di “inquietanti”, vista la situazione, bombole di gas. Si è poi scoperto che si trattava di vuoti non ancora restituiti al fornitore. Una situazione di disordine, probabilmente dovuta alle piccole dimensioni della villetta – due vani più il bagno su un unico piano – nella quale risiedevano i quattro giovani. E che ora è inagibile e sotto sequestro.