“Usa la retorica della Germania nazista”: Biden all’assalto di Trump. La Corte suprema si occuperà della candidabilità dell’ex presidente
“Usa la retorica della Germania nazista“, “abbraccia la violenza politica” e, dopo aver istigato l’assalto al Capitol, prepara un nuovo “assalto alla democrazia” promettendo “vendetta e castigo” per gli anni a venire. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden infiamma la campagna elettorale incipiente per le primarie repubblicane e mette nel bersaglio il suo avversario […]
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“Usa la retorica della Germania nazista“, “abbraccia la violenza politica” e, dopo aver istigato l’assalto al Capitol, prepara un nuovo “assalto alla democrazia” promettendo “vendetta e castigo” per gli anni a venire. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden infiamma la campagna elettorale incipiente per le primarie repubblicane e mette nel bersaglio il suo avversario numero uno, di ora e di sempre, Donald Trump. Un attacco verbale che viene definito senza precedenti nelle stesse ore in cui l’ex capo della Casa Bianca ha saputo che la Procura di New York vuole chiedergli un risarcimento di 370 milioni nel processo civile per gli asset gonfiati della sua holding e che la Corte Suprema si occuperà (l’8 febbraio) della sua candidabilità dopo lo stop di alcuni Stati come Colorado e Maine in forza del 14esimo emendamento che prevede che nessuno possa assumere un incarico di governo “se è stato coinvolto in una insurrezione o una ribellione contro gli Stati Uniti”. Il riferimento è naturalmente ai fatti del 6 gennaio di 3 anni fa, quelli dell’assalto a Capitol Hill che Trump è accusato di aver istigato.
L’arrembaggio di Biden è dovuto ai sondaggi che in questo momento sono sfavorevoli: quelle parole di fuoco servono a smuovere elettori che magari non si dicono democratici, ma che sono indipendenti o magari repubblicani moderati. Come luogo simbolo sceglie la Pennsylvania (Stato in bilico nelle rilevazioni demoscopiche) e in particolare Valley Forge, che durante la rivoluzione americana era stata il quartier generale dell’esercito continentale di George Washington, che Biden ha voluto contrapporre al sovversivo Trump perché seppe lasciare il potere. E poi c’è l’anniversario, il terzo, di Capitol Hill: “Oggi ci siamo ritrovati un giorno prima del 6 gennaio, un giorno impresso per sempre nella nostra memoria perché è stato il giorno in cui abbiamo quasi perso l’America”, ha esordito il presidente, accompagnato sul palco dalla first lady Jill. “Oggi – ha proseguito – siamo qui per rispondere alla domande più importante. La democrazia è ancora la causa sacra dell’America? Questa non è una questione retorica, accademica o ipotetica. Se la democrazia sia ancora la causa sacra dell’America è la questione più urgente del nostro tempo”. Quindi ha accusato l’ex presidente di aver aizzato la folla contro il Congresso, “lasciando il lavoro sporco ad altri e ritirandosi alla Casa Bianca”. Biden ha ricordato tra l’altro che Trump ha iniziato la sua campagna nel 2024 glorificando gli assalitori del Capitol e ammonendo che “il suo assalto alla democrazia non è solo parte del suo passato ma è ciò che sta promettendo per il futuro”. “La campagna di Donald Trump riguarda tutta lui, non l’America, lui è ossessionato dal passato e non si preoccupa del vostro futuro, lui è pronto a sacrificare la nostra democrazia per tornare al potere”, ha messo in guardia. Il “sacro impegno” di Biden invece è che “la difesa, la protezione e la preservazione della democrazia americana resteranno una causa centrale della mia presidenza”. “Alle elezioni è in ballo la democrazia, la vostra libertà. L’alternativa alla democrazia è la dittatura”, ha concluso, ricordando che il suo rivale ha già promesso di voler fare il dittatore almeno nel primo giorno. Sui rischi di una seconda presidenza Trump ha lanciato l’allarme anche la candidata repubblicana Nikki Haley, in un dibattito della Cnn: “Genera caos, non possiamo avere un Paese in disordine e un mondo in fiamme e passare altri quattro anni di caos. Non sopravviveremmo”.
Ma il rischio dell’escalation verbale rischia di provare uno scontro frontale a cui raramente si è assistito negli Stati Uniti, anche a colpi di carte bollate e magistratura. Il candidato presidenziale repubblicano Ron Desantis ha detto infatti ai cronisti in Iowa che sta esaminando l’ipotesi di escludere Biden dalle primarie della Florida, stato di cui è governatore, per “l’invasione di otto milioni di migranti” al confine col Messico. Una mossa ventilata dopo che è stato interdetto dalle primarie in Maine in base al 14esimo emendamento, che vieta le cariche pubbliche ai funzionari statali coinvolti in insurrezioni o rivolte contro la Costituzione su cui hanno giurato di difendere.
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