Sventola la bandiera del Boschetto: Accorsi, da 27 anni con la stessa canotta
foto da Quotidiani locali
La numero 7 è cucita sulla pelle. «Da quando mi sono trasferito a Modena, prima, e Reggio Emilia, poi, tante volte mentre ero sui campetti mi hanno chiesto se volevo andare a giocare con altri team. Ma per me il basket è solo Boschetto». Andrea Accorsi la sua squadra l’ha fondata, insieme agli amici, 27 anni fa. E da allora ha sempre indossato la stessa canotta nella pallacanestro Csi.
[[ge:gnn:gazzettadimantova:13977074]]
Passione profonda, amicizia vera. Che lo riportano a Mantova due volte alla settimana, per l’allenamento e per la partita. «C’è chi va a giocare a padel, io ho il basket». Un pallone, quello a spicchi, che il 46enne Attakko ha iniziato ad infilare nelle retine quando era alle medie. Un talento cristallino, nella sua mano mancina. «Tutte le giovanili nel Mantova - racconta Accorsi - E in quarta superiore l’approdo in prima squadra in serie C. L’anno dopo, invece, in D». Lo stop nei tornei Fip arriva con l’università. «A quel punto con gli amici abbiamo cominciato l’avventura negli amatori».
[[ge:gnn:gazzettadimantova:13977073]]
Le vittorie nel Csi
Una storia ricca di soddisfazioni per il Boschetto. «Abbiamo vinto tanti campionati provinciali, tornei regionali, uno scudetto Csi nel 2005. Ecco quello e le due vittorie nel campionato veronese sono sicuramente i ricordi più belli».
[[ge:gnn:gazzettadimantova:13977070]]
Al campionato di Verona i Boschetto Hedgehogs sono arrivati dopo la ricerca di un torneo più impegnativo con cui confrontarsi. «Missione compiuta: a Verona ci sono molte più squadre, anche con ex giocatori di serie A. Il livello più alto ha aumentato il divertimento». Quello che per Accorsi non è mai mancato, anche se negli anni il suo ruolo è mutato. Da giocatore da 50 punti a gara, a uomo squadra. «Ora chiaramente il mio compito è diverso. Ma mi arrabbio lo stesso quando sbaglio. Nell’ultima partita ho fatto uno su due ai tiri liberi ed ero nero». Ci sono stati anche momenti difficili da superare, «come quando mi sono rotto i legamenti del ginocchio. Avevo trent’anni e non è stato semplice tornare in campo». Il piacere di scendere sul parquet «a fianco degli amici di sempre, però, ha prevalso».
[[ge:gnn:gazzettadimantova:13977071]]
I cambiamenti con gli anni
«Ora abbiamo tutti ruoli diversi, chi, come me, uomo spogliatoio, chi dirigente, chi allenatore. Ma ci divertiamo come sempre e vediamo la squadra crescere e cambiare. Ormai saremo almeno alla quarta “generazione”». E non sono solo i ragazzi dell’Asd Boschetto a trasformarsi. «Rispetto a quando ho iniziato io è proprio cambiata la pallacanestro - se la ride l’inossidabile Accorsi - all’inizio c’erano due tempi da venti minuti e non quattro quarti da dieci, la linea da tre era più vicina. C’era l’uno più uno...» No, quello no. «Forse ricordo male allora, sarà l’età...»
[[ge:gnn:gazzettadimantova:13977075]]