Calcio, la Triestina va ko con la Pro Patria: la società esonera Tesser e il suo staff
Il club ha comunicato in serata all’allenatore la chiusura del rapporto di lavoro. Alabardati battuti dai bustocchi dopo una prova scialba nonostante il pari di Redan
FONTANAFREDDA. Attilio Tesser non è più l’allenatore della Triestina. A sorpresa nella serata di domenica 4 febbraio la società ha comunicato al tecnico di Montebelluna e al suo staff l’esonero. Non è stato comunicato ancora se è stato scelto chi guiderà la Triestina nel prosieguo del torneo.
Al Tognon la luce si è spenta e la Triestina si ritrova all’ingresso di un tunnel nel quale doveva evitare di entrare.
La sconfitta con la Pro Patria è stata sacrosanta ma nulla lasciava presagire la decisione maturata in serata. Certo una sconfitta pesante, come quella con l’Albinoleffe, ma non tale da inficiare il lavoro di sei mesi.
A preoccupare non è tanto il risultato negativo quanto l’incapacità della squadra di Tesser di mettere in campo una prestazione all’altezza. Si è spenta la capacità dei giocatori di muoversi senza palla, sono spariti i tocchi di prima a pescare il compagno smarcato, sono evaporate la qualità e la velocità nella verticalizzazione. La sensazione peggiore si è avvertita nel primo tempo con i protagonisti della cavalcata autunnale come Correia, Vallocchia, D’Urso e Lescano poco presenti e scolastici. Normale poi che su un erroraccio di Petrasso e una dormita dei centrali sia arrivata la rete degi ospiti. La Triestina 2, quella più da battaglia del secondo tempo con El Azrak e Vertainen, ha fatto un po’ meglio sul piano del dinamismo e del carattere. Gli alabardati potevano anche chiudere in pari (e forse era il caso di osare di meno) ma non si può dimenticare come la fortunosa conclusione vincente di Redan (tra i pochi vivi) sia arrivata dopo un bombardamento bustocco arginato soltanto dall’ottima vena di Matosevic. Spesso in una stagione si devono fare i conti con cali di forma ma quello dell’Unione è apparso troppo improvviso e drastico per essere vero.
L’IMMOBILITÀ Le squadre che funzionano hanno le loro pedine pronte a muoversi negli spazi quando la palla è nei piedi di un compagno. La Triestina sin dai primi minuti mostra un immobilismo imbarazzante. Il centrocampo è paralizzato da quello operaio della Pro Patria che vince quasi tutti i duelli. Per il malcapitato Gunduz (comunque volitivo) non poteva capitare occasione peggiore per esordire dall’inizio. Matosevic si scalda le mani già dopo 3’ e gli ospiti sono in tutto il primo tempo i più pericolosi. Stavolta l’Unione non riesce a costruire nemmeno quelle palle-gol che in passato non aveva saputo concretizzare.
LO SVANTAGGIO La partita si stiracchia senza un padrone. Ci pensa Petrasso a regalare una palla a destra a Renault che crossa bene dal fondo per l’irruzione indisturbata a centro area di Pitou. È il 28’ e dopo 2’ Tesser fa uscire Vallocchia, punito per una certa svagatezza, e fa entrare Celeghin non al top.
CAMBI IMMEDIATI Una staffetta legittima che evidenzia tuttavia uno stato d’animo non proprio imperturbabile anche in panchina.
Tesser cerca di dare linfa a una squadra svuotata anche a inizio ripresa. D’Urso e Lescano non rientrano dagli spogliatoi per fare posto a El Azrak e Vertainen. La scossa di energia si vede ma emergono anche difficoltà in copertura. Si fa male anche Malomo e la Pro Patria dal 15’ al 20’ gioca a tiro a segno. Matosevic è superlativo in quattro occasioni.
LA SPERANZA La Pro Patria non passa e così arriva il pari alabardato. Redan, il migliore, si invola a destra e poi calcia sul primo palo con una traiettoria imprevedibile che prende alla sprovvista Rovida. L’inerzia, come spesso succede, strizza l’occhio agli alabardati ma prima Redan e poi Vertainen difettano di precisione.
L’AFFONDO La tattica non ha più una logica e un equilibrio, Renault ne approfitta: Gunduz non chiude, il bustocco si aggiusta la palla e sferra un rasoterra precisissimo nell’angolino L’ingresso di Minesso è la carta della disperazione che non sempre può funzionare. Ora non toccherà a Tesser ma a un altro rimettere le cose a posto. Venerdì c’è il Mantova. Doveva essere un match clou. Sarà un nuovo inizio. Forse.