Primario detective dei rifiuti lungo le piazzole autostradali: «Simili comportamenti mettono anche a rischio la salute pubblica»
PORDENONE. Il senso civico non manca di certo a Roberto Dall’Amico, direttore di Pediatria e neonatologia dell’Asfo, il quale – rincasando dopo una nottata di lavoro – alle 7 del mattino di mercoledì 6 marzo si è imbattuto in qualcuno che, evidentemente, non ha il suo stesso suo rispetto per le regole sociali e per l’ambiente.
Così, ignorando la stanchezza, si è messo a fare il “detective dei rifiuti”, osservando il disdicevole comportamento di un uomo – molto probabilmente non un caso isolato – che ha pensato bene di liberarsi della propria spazzatura abbandonandola lungo le piazzole di sosta della A28.
«Quando lo vedo – scrive il medico in un lungo post sui social – il bagagliaio posteriore dell’auto è aperto. Un sacco nero, grande, è appoggiato al paraurti. Con fatica fa rotolare fuori un altro sacco. Poi spinge tutti e due vicino al guard rail, sotto il bidone della spazzatura. Continuo a seguirlo dallo specchietto retrovisore. Entra in macchina e riparte dalla piazzola rischiando di essere travolto da un camion. Rallento per rilevare il suo numero di targa. Ma esce al primo svincolo e lo perdo. Conto le piazzole di emergenza sulla A28 tra Pordenone e Portogruaro. Sono 36, in un tratto di 20 km. Tutte con un bidone per raccolta rifiuti al centro. Alcuni sono troppo pieni e con il coperchio alzato. Chi raccoglie tutta questa spazzatura? Dove finisce? A che rischio vengono esposti gli operatori?».
La legge stabilisce che chiunque abbandoni rifiuti commette un illecito penale ed punito con un'ammenda che va da mille a 10 mila euro, ricorda Dall’Amico. La pena è aumentata sino al doppio se l'abbandono riguarda rifiuti pericolosi.
«Da quello che si vede – scrive – non sembra un grande deterrente. Forse nemmeno le telecamere di sorveglianza servirebbero a molto. Decido di uscire a Sesto al Reghena e fare qualche chilometro seguendo la stradina che corre di lato alla superstrada. Le scarpate vicino alle piazzole di emergenza sono delle piccole discariche, ricoperte di bottiglie, pezzi di plastica, polistirolo frammentato. Pezzi di carta, plastica e polistirolo vengono spinti dal vento sui campi coltivati entrando nella nostra catena alimentare».
Chissà che la denuncia del medico non aiuti a sensibilizzare le persone su certi comportamenti sbagliati, che mettono a rischio la salute di tutti. Anche di chi li mette in atto.