Elezioni Comunali in Fvg, nuove regole già l’8 e 9 giugno
Via libera in Commissione alla riforma delle legge elettorale. Il centrosinistra grida al golpe.
TRIESTE Vittoria al primo turno garantita al candidato sindaco che centri il 40% dei voti nei comuni sopra i 15 mila abitanti, con sostanziale eliminazione del ballottaggio. E diritto al terzo mandato per i sindaci dei piccoli comuni: regola che varrà già dalle amministrative dell’8-9 giugno. Il centrodestra porta a casa i primi due punti della riforma delle elezioni comunali.
Via libera della commissione
La commissione Autonomie locali ha approvato la bozza del disegno di legge presentato dalla giunta e venerdì i partiti del centrodestra si ritroveranno in mattinata a Pordenone per un nuovo vertice che proverà a trovare una mediazione sull’idea di allineare la data delle comunali alle regionali del 2028, che comporterebbe un anticipo della scadenza per alcune amministrazioni e un allungamento per altre, con l’effetto di evitare che Pordenone e Monfalcone tornino subito al voto in caso di elezione dei sindaci Alessandro Ciriani e Anna Cisint alle europee.
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Le proteste dell’opposizione
I lavori in Consiglio si protraggono per tutta la giornata. L’opposizione attacca sul «colpo di mano» rappresentato da un ddl promosso dalla giunta e non dalle forze politiche, mentre l’assessore Pierpaolo Roberti e la maggioranza fanno quadrato su un testo che al momento contiene solo i due interventi su cui il centrodestra ha trovato l’intesa di coalizione.
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La replica
«Nessun golpe come dice l’opposizione», dice Roberti alla fine del dibattito. L’assessore respinge l’accusa di aver promosso la riforma del ballottaggio davanti all’esito delle elezioni di Udine, dove il sindaco del centrosinistra Alberto Felice De Toni ha vinto al secondo turno dopo essere arrivato dietro a Pietro Fontanini al primo turno. «Parlare di norma salva Udine – dice Roberti – è una stupidaggine, ma ciò non significa che non si consideri il fatto che alla fine i cittadini che hanno votato per Fontanini al primo turno sono meno di quelli che hanno sostenuto De Toni».
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I nodi sospesi
E se il terzo mandato per i sindaci dei piccoli centri incontra un favore sostanzialmente trasversale (una norma simile è appena stata approvata in modo bipartisan dal Parlamento), Roberti conclude guardando all’incontro di venerdì: «Vedremo se arriverà un’intesa sull’allineamento delle scadenze». Così fosse, la terza gamba della norma verrebbe inserita con un emendamento.
Ipotesi voto mid-term
Nel centrodestra pare tramontare l’idea di un election day concentrato nell’anno delle prossime regionali: portare tutti i comuni al voto nel 2028 significherebbe allungare il mandato di alcune amministrazioni addirittura di due anni. A prevalere sembra l’ipotesi di un voto di mid-term, che consentirebbe a una parte dei comuni di votare nel 2028 e ad altri nel 2026, dunque con aggiustamenti di minor portata del mandato quinquennale delle amministrazioni. Pordenone e Monfalcone andrebbero al voto nel 2026 anziché nel 2025, sempre qualora i primi cittadini Ciriani (Fdi) e Cisint (Lega) vengano eletti alle europee.
Obiettivo risparmi
Nel centrodestra si ripete che tanto l’allineamento temporale quanto l’abbassamento della soglia per essere eletti al primo turno sono tentativi di ridurre il numero di chiamate al voto per ottenere risparmi e tenere conto della disaffezione sempre maggiore dei cittadini dalle urne. L’opposizione accusa invece la maggioranza di voler modificare le regole sui ballottaggi dopo la sconfitta di Udine e di voler permettere a Pordenone e Monfalcone di andare avanti con la reggenza dei vicesindaci.
Niente unità
La richiesta di allineamento delle date arriva non a caso da Fdi, ma anche tra i patrioti della regione non c’è unità di visione. Il governatore Massimiliano Fedriga è da parte sua disponibile a valutare l’opzione, ma chiede l’unità della coalizione e, meloniani a parte, anche nella Lega si riscontrano forti perplessità, perché i consiglieri regionali vedono con poco favore un election day in cui molti sindaci del Carroccio potrebbero nel 2028 trovarsi a correre per piazza Oberdan, con l’effetto di creare una sgradita concorrenza agli uscenti del Consiglio regionale.
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