Belluno, la testimonianza: «Mi hanno agganciato dicendomi che mio figlio aveva avuto un incidente, e mi hanno rapinato»
Donna aggredita sotto casa dopo una telefonata: strappati di mano soldi e gioielli. Emma Ricci: «Se avessi saputo come agiscono i truffatori, forse non ci sarei caduta»
«Suo figlio ha avuto un incidente, ha investito una donna che è in gravi condizioni. I parenti sono disposti a ritirare la querela se ci dà seimila euro». È iniziata così la truffa ai danni di Emma Ricci, la donna vittima del raggiro, e poi rapinata, a fine febbraio in piazza Piloni. È lei stessa a raccontare l’accaduto, invitata dal Comune alla presentazione della campagna di prevenzione e sicurezza dedicata agli anziani.
Era il 22 febbraio, e Emma Ricci era da sola in casa. «Erano le 10, 10 e un quarto del mattino», ricorda. «Ha suonato il telefono fisso e ho risposto. La persona all’altro capo ha detto di essere un maresciallo dei carabinieri, qualificandosi con nome e cognome. “È sola in casa?” mi ha chiesto. Ho risposto di sì. “Allora si sieda signora, le devo dire una cosa molto grave”. Mi ha detto che mio figlio aveva avuto un incidente, che aveva investito una donna sulle strisce pedonale e che la signora era gravissima. Mi ha chiesto di dare il numero di cellulare, dove ha chiamato un’altra persona dicendo di essere un avvocato».
L’uomo le ha detto che i parenti sarebbero stati disponibili a ritirare la querela qualora avesse dato immediatamente seimila euro. La signora Ricci viene colta di sorpresa, si spaventa per la notizia, comprensibilmente. «Ho risposto che avrei potuto trovarli, ma che mi serviva qualche giorno», prosegue. «“Eh no”, mi hanno detto. “Cerchi tutto quello che ha in casa, anche gioielli, orologi... Sta già arrivando il giudice”». Anche in questo caso, nome e cognome, per dare autorevolezza.
«Volevo chiamare mia nuora, ma mi tenevano occupate entrambe le linee telefoniche: il fisso e il cellulare», prosegue Emma Ricci. «In casa avevo del denaro. Ho chiesto se bastavano 1500-1800 euro e una collana d’oro. “Ci servono subito”, mi hanno ripetuto, “mandiamo il figlio dell’avvocato a prendere i soldi”».
Passano pochi secondi e suona il campanello. «C’era un ragazzo giovane, avrà avuto 18-20 anni. A quel punto sono tornata in me e ho pensato che non dovevo farlo entrare». Ricci scende dall’appartamento, mettendo soldi e gioielli in un sacchetto di carta. «Ho aperto un po’ il portoncino, chiedendo al ragazzo nome e cognome. Mi ero insospettita, e alla sua risposta ho cercato di chiudere la porta. Lui ha dato una spinta, facendomi quasi cadere, e mi ha strappato il sacchetto dalle mani». Dentro c’erano 1800 euro in contanti e la collana d’oro.
Il giovane è fuggito verso piazza Piloni, «dalle auto parcheggiate è uscita un’altra persona che si era nascosta, i soldi sono caduti e si sono affrettati a raccoglierli. Poi sono scappati insieme verso il parco Città di Bologna, mentre io gridavo chiedendo aiuto».
Ricci ha denunciato tutto ai carabinieri. «Le telecamere di videosorveglianza li hanno ripresi mentre scappavano, si sono seduti su un gradino davanti al Tribunale per fare ordine negli zaini. E hanno lasciato per terra una banconota da 100 euro».
Le indagini sono in corso. «Se avessi fatto entrare quel ragazzo, chissà cosa sarebbe potuto succedermi...», riflette concludendo la donna. «Se avessi avuto fra le mani questo volantino, magari non ci sarei caduta».a.f.