Condannato per rapina, ringrazia per il carcere: «Sono cambiato»
«Vi ringrazio di avermi arrestato e rinchiuso in carcere. Se avessi continuato così mi sarei rovinato. Invece mi è stata data la possibilità di cambiare. Chiedo scusa a tutti per quello che ho fatto».
Sono le parole contenute in una lettera che ieri mattina un giovane accusato di rapina, lesioni, resistenza a pubblico ufficiale ed evasione ha consegnato al giudice Giacomo Forte.
La lettera non gli ha risparmiato la condanna complessiva a 2 anni e 8 mesi, però «il comportamento processuale molto collaborativo» ha indotto il giudice a convertire la custodia in carcere, dove era rinchiuso da 9 mesi, negli arresti domiciliari a Viadana, nella casa che condivide con la madre.
Il giovane era stato arrestato nel giugno dell’anno scorso per una rapina messa a segno l’anno precedente, quando, a Viadana, aveva aggredito un uomo per strada portandogli via il portafoglio che conteneva 70 euro, per poi darsi alla fuga.
Era stato per un po’ all’estero, poi era tornato a Viadana per visitare la madre e lì i carabinieri lo avevano preso. Ma questo non è stato l’unico episodio illegale di cui si è reso protagonista.
Una sera, alterato dall’assunzione di stupefacenti e dall’abuso di alcol, in un chiosco del centro di Viadana aveva aggredito un uomo che si trovava lì a bere con un amico. Gli aveva tirato una bottiglia in testa, facendogli perdere i sensi, e poi lo aveva preso a calci e pugni. Ieri la vittima dell’aggressione ha raccontato i fatti di quella sera, per i quali è stato risarcito e in seguito ha ritirato la denuncia contro il giovane.
In un’altra occasione l’imputato era andato a molestare i carabinieri in caserma di notte picchiando sul portone, e un’altra volta, finito ubriaco al Pronto Soccorso, aveva spintonato un carabiniere e poi aveva cercato di ferirsi con un vetro raccolto per terra.