Bimba guarita dalla leucemia, da 25 anni il pellegrinaggio da Monte Berico al Santo
foto da Quotidiani locali
Venticinque anni fa una bimba guarì dalla leucemia. Venticinque anni dopo, quel miracolo continua ad essere vivo in un pellegrinaggio, annuale, da Monte Berico a Sant’Antonio a Padova.
Una vera e propria missione quella lanciata nel 1999 da Antonio Padovan, amico dei genitori della piccola, che quando si ammalò aveva appena 4 anni. Oggi quella bambina è una giovane donna di 28 anni che tra qualche mese convolerà a nozze. Ma per Padovan, che quasi tre decenni fa si impegnò «per la vita», quel voto è una promessa di speranza che continua ad essere alimentata.
L’appuntamento è in programma per sabato 16 marzo, con ritrovo alle 5.30. Punto di partenza sarà piazzale della Vittoria, di fronte al santuario della Madonna di Monte Berico. A percorrere i 40 km saranno almeno 120 pellegrini provenienti da tutta Vicenza e non solo.
«Ogni anno c’è un motivo per compiere il pellegrinaggio e per chiedere un aiuto a Sant’Antonio, a cui sono particolarmente devoto, portando il suo nome, una fede trasmessa dalla nonna paterna Luigia», racconta Padovan, 55 anni.
Sposato e padre di tre figli, vive a Marola di Torri di Quartesolo ed è appassionato di montagna: «Faccio parte del Cai di Camisano, ma questi pellegrinaggi sono altra cosa», assicura. «Ero sposato da poco e, con mia moglie, stavamo aspettando una coppia di amici per cena, lei è originaria di Albignasego; improvvisamente ci dissero che la figlia, Alessia, stava male e dovevano portarla in ospedale».
Dal San Bortolo di Vicenza, la bimba venne trasportata alla Città della Speranza a Padova e la diagnosi fu terribile: leucemia. «Aveva solo 4 anni», ricorda Padovan, «in quel momento mi dissi che, se fosse guarita, sarei andato a piedi da Vicenza a Padova».
Dall’anno successivo, man mano che il lungo percorso di cura procedeva, quella promessa iniziò a essere onorata. E ancora oggi è un impegno che ha assunto il sapore della tradizione e della condivisone. La fede è il motore che spinge lui e, da qualche anno, un numero crescente di amici, conoscenti, sostenitori.
«Per vent’anni ho sempre fatto il cammino da solo, poi negli ultimi tempi la voce si è sparsa e sempre più persone hanno deciso di accompagnarmi», sottolinea Padovan. Chi per chiedere una guarigione, chi per aiutare un figlio, chi – semplicemente – perché molto religioso. Lo scorso anno, per esempio, alla comitiva si è unita anche una ragazza di Catanzaro, salita appositamente per partecipare al pellegrinaggio. A lei si sono aggiunte decine di persone, fino a formare un gruppone di 120 pellegrini.
«Passiamo per la Riviera Berica, fino a Longare, da lì saliamo sull’argine del Bacchiglione fino a Tencarola, per poi ridiscendere. Oltre ad onorare il voto fatto 25 anni fa, quest’anno camminerò pensando ad un caro amico sacerdote, don Emilio, che sta combattendo la sua personale battaglia contro la malattia». Ma sono tante le storie che oggi cammineranno da Monte Berico fino a Sant’Antonio: «Molti vivono situazioni complicate e condividerle dà la forza per affrontare anche le problematiche più dure». Il pellegrinaggio terminerà con la benedizione nella Basilica dei frati di Sant’Antonio e, come di consueto, rientro in treno. Un copione immutato da 25 anni, per tenere viva la fiamma della speranza.