“A colpi di Martello”: l’eredità della Coppa Italia

foto da Quotidiani locali

TRIESTE. Quali le risultanze della due giorni di Coppa Italia di Roma? Più le sensazioni o le certezze?

Tra le cose certe...Lnp è ormai Lega di grande affidabilità, la qualità dell’evento prima ancora che le dimensioni sono li a testimoniarlo. Una location storica come il PalaTiziano (e altri siti a latere) ha accolto workshop, convegni, manifestazioni all’aperto, premiazioni e soprattutto tanto buon basket. Gli spalti mediamente pieni e il seguito mediatico fanno pensare che il prodotto sia stato apprezzato. Possiamo aggiungere un livello di gioco di anno in anno sempre più di qualità.

Tratto distintivo della competizione di A2 è il protagonismo ormai diffuso del giocatore italiano, sparso e decisivo in tutti gli organici presenti (il titolo di Mvp assegnato meritatamente a Zampini di Forlì ne è fedele testimonianza). Per ciò che riguarda la B,l’annotazione tecnica riguarda il largo utilizzo della posizione di pivot basso, sia da parte di lunghi che esterni, con l’intenzione di attaccare o anche semplicemente di creare gioco; la lacrima scende copiosa, riandando ad una pallacanestro come era stata pensata dai nostri padri, prima di una discesa in un lungo oblio da carenza di fondamentali.

Senza nulla togliere a tutte le partecipanti, che sono di per sé meritevoli del traguardo raggiunto, le due vincitrici Pall.Forlì ed Herons Montecatini chiudono l’ideale cerchio di un programma pluriennale (perseguito da esperti uomini di basket come Pasquali e Luchi), basato sul convincimento che l’organizzazione venga prima di tutto: i risultati sul campo ne saranno poi solo la plastica conseguenza.

Riguardo ai team, Forlì ha confermato la straordinaria capacità di evolversi in corso di gara, acquisendo di minuto in minuto ferocia, durezza,sicurezza nei dettagli e nei tiri importanti. Un concentrato di resilienza e carattere che i romagnoli devono cavalcare quanto più possibile in stagione, per continuare ad emergere in gare combattute con protagonisti diversi. Fortitudo Bo è stata al solito compatta, determinata, ha condotto per 72 degli 80 minuti disputati con impostazione determinante dei lunghi Usa, un coach Caja imprinting più classico che mai. Al tempo stesso, la coperta corta di una voragine tra primo quintetto e resto della squadra appare ormai eclatante. Le prossime mosse societarie circa il mercato saranno veritiere sulla volontà o meno di rendere la stagione pienamente vincente. Cantù sì è confermata capace di sprazzi di altissimo livello, con un’intensità difensiva degna della competizione. Per la continuità, che rappresenta un segreto delle squadre vincenti, sarà necessario ripassare più avanti.

Trapani? Qui le certezze evaporano, per lasciare spazio a sensazioni. La defenestrazione di coach Parente dopo l’infausta semifinale è l’argomento del giorno. Col tempo mi sono abituato ad essere più tollerante in questi casi,dando il credito a chi sia addentro alle questioni di una conoscenza superiore a chiunque altro, ma in questo caso l’episodio pare troppo eclatante. Al di là del ruolino di due sole sconfitte in campionato, è il riscontrare la presunta inadeguatezza di una scelta estiva proprio ora a ridosso degli impegni decisivi che colpisce. Daniele ha dimostrato ampiamente di essere in grado di reggere il confronto con i migliori coaches di categoria, oltreché di assemblare un gruppo dal nulla, perché tali risultati non si ottengono mai in maniera casuale. Certo fa sorridere ora la dissertazione sul “Fenomeno Trapani” che avevamo tenuto poco più di un mese fa ma una sensazione simile genera il pensiero che tutti considerano la Coppa “una manifestazione a sé stante” prima di disputarla, salvo poi stupirsi per accadimenti imprevisti e magari agire visceralmente. Per gli Sharks resterà il problema di affrontare ogni gara da Favorita esaltando l’aspetto emozionale deli rivali, indipendentemente da chi la guida.

Tutti i management e coaches saranno chiamati ora a disegnare strategie riguardo al post Coppa, perché, sempre a mia sensazione, in questa stagione si prosciugheranno ancor di più le energie di chi ha fatto bene e si alzeranno le motivazioni degli insoddisfatti. A tutto vantaggio di chi è rimasto in poltrona a prendere appunti (Torino e Udine su tutti, per classifica e mentalità) per colmare un gap che non è sembrato così profondo da togliere le speranze a molti top team.